ALFIO ANTICO AL TEATRO DONNAFUGATA: I TAMBURI CHE PARLANO DI SICILIA

 

Il viaggio intrapreso da Alfio Antico, ieri al Teatro Donnafugata di Ragusa Ibla, è stato un ritorno alla terra viva, alla pastorizia, al linguaggio primordiale e genuino dei siciliani.

La stagione teatrale “Teatro d’Attore”, con la dirEzione artistica di Vicky e Costanza Di Quattro e la consulenza artistica di Carlo Ferreri, ha ospitato lo spettacolo “Semu suli, semu tutti” del percussionista lentinese considerato uno dei migliori esponenti europei della tammorra. I suoi tamburi hanno accompagnato grandi personalità della musica e del teatro nazionale ed internazionale. Per citarne alcuni: Eugenio Bennato, Lucio Dalla, Giorgio Albertazzi, Renzo Arbore, Fabrizio De Andrè, Carmen Consoli, Wim Wenders, Philippe Claudel.

Semu suli, semu tutti”  è un canto bucolico, un inno alla Sicilia genuina, un carico di ironia, di sarcasmo e di intevitabile malinconia per il passato. Un viaggio romantico nel senso più ottocentesco del termine, un autentico Sturm und Drang, una fuga verso quel locus amoenus estraneo alla turbolenza del XXI secolo: “Di cu sugnu e chi ci fazzu, chi ci fazzu ‘nta stu munnu pazzu” canta Alfio Antico in uno dei suoi brani più conosciuti.

Uno spettacolo di storie musicate, costruito su aneddoti di vita familiare, su storie bellissime di ingenuità viva. I suoi tamburi hanno dato corpo alle leggende primitive, la sua mano ha segnato la cadenza narrativa di ogni storia.

Tra lezioni di lingua siciliana e filastrocche Alfio Antico ha incantato e divertito il Teatro Donnafugata, riconfermandosi come miglior testimone di un mondo rurale che esiste e resiste ancora oggi.
Una dimensione che non è difficile da ritrovare, basterebbe ritornare a sentire il bisogno di cercarla e annullare la paura del primitivo per dare spazio all’amore per quest’Isola.

 

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