È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
ALBERO DI MELE DI GIULIA SOTTILE
14 Giu 2014 07:18
Il flusso di coscienza di una giovane scrittrice osservatrice permette di inquadrare il mondo nelle molteplici sfaccettature, i limiti dell’essere umano nel captare i segnali intrinseci di individuazione, lo sforzo che fa giungere all’oltre, reso appannato dai vincoli, dalla società, dalla cultura.
“Albero di mele” è un viaggio iniziatico della psiche verso l’essenziale celato dall’apparenza, spinge verso conoscenze divine che fanno riscoprire doni, che evidenziano l’unicità di ogni individuo in cammino verso l’illuminazione. Non bisogna mai fermarsi a come le cose appaiono al tocco, ma bisogna penetrare nell’incavo psichico della percezione, in cui l’intuito si sviluppa e trova risposte e conferme nella sua conseguente presenza attiva.
Giulia parla di occhi fissi nel vuoto, di quanto possono essere inquietanti, di quell’indecifrabilità che non è accessibile ad uno sguardo spento, ma a quello curioso di sondare i meandri non intellegibili, che il reale mostra come primo volto di creazione. Allora forse è questo confrontarsi con il non senso confuso delle cose che permette di continuare una ricerca infinita esistenziale, che porterà alla buddhità interiore, al paradiso psichico, alla vita arricchita nelle sue più estreme potenzialità.
Nel tuffo si scopre il risveglio dell’anima paragonato al rombo di un motore, che si dirige verso il mare e ad un infuocato orizzonte, che porta a voler scoprire il semplice, la realtà vera nell’esistenza con le sue magie mistiche. Il voler manipolare la realtà a proprio piacimento porta però a perdere il senso profondo universale, arricchendosi del facile e non del semplice. Il facile che svuota dentro e che riempie esteriormente con le sue carte d’oro. La ricerca di approvazione e ammirazione rende quella carta d’oro utile a tale scopo, puntando sul materialismo uniformato e non all’unicità espressiva, che non ha abiti omologati ma libera vestizione. Ci si confronta con una personalità che perde il senso autentico della vita, per poi sprofondare nell’insoddisfazione e nella sofferenza, quando proprio scopre che l’unica cosa veramente importante, un amore delicato e protettivo, giunge al suo termine. Ci si rende conto come osservare il circostante permette di inquadrare realtà dolorose e coraggiose, che sfidano la società e un sistema per conseguire i sogni, di cui spesso ci si dimentica la forma e la provenienza. Di questa consapevolezza ci si spoglia di una nudità commovente, che mostra un’anima nella sua completa essenza, fatta di sguardo, corpo, gesti semplici, di carne che pulsa e rischia l’inevitabile non sempre comprensibile, tuffandosi nell’ignota esistenza. E’ un richiamo al mito di Arethusa e alla sua metamorfosi in acqua, che simboleggia la perdita della condizione superflua e sensuale umana per puntare alla potenza ideale e all’immensità psichica.
Nel mythos si ritorna alla trasmissione del racconto, in cui si fa riferimento a Fideo che è stato ridotto pelle e ossa dal dio Apollo per aver abusato del dono della chiaroveggenza, rivelando troppe verità agli uomini. Solo dagli Argonauti può essere salvato ma bisogna invocarli affinchè le Arpie non divorino più il suo cibo di sostentamento.
La lettura dei miti ai bambini è stato piano piano sostituita dall’utilizzo di mezzi elettronici che hanno creato un accecamento immaginifico. La madre che avvicina i figli alle storie sollecita in loro l’immagine e la fantasia innocente, li fa entrare nello spazio della psiche che ragiona e riempie di luminose consapevolezze.
Nel romanzo è presente la discussione tra due scienziati sui processi della galassia e le conseguenti trasformazioni che porteranno la Terra ad essere inghiottita dal Sole rosso e a sfaldarsi. Lo spunto di riflessione è dato dal geologo Matteo, che parla di surriscaldamento del pianeta derivante da estrazione di materiali da altri pianeti per compensare il futuro esaurimento scorto energetico.
La questione ambientale è uno degli argomenti più delicati esistenti, in quanto l’economia verde ha assunto un ruolo importante per la salvaguardia ossigenale del pianeta, ma al tempo stesso il progresso ha portato a trasformare quel verde biologico in nero petrolio di ricchezza, che è fonte di deturpamento apocalittico.
Giulia Sottile offre una panoramica sconvolgente e devastante del futuro, delle sue trasformazioni non per la crescita spirituale ma per la sopravvivenza fisica, a discapito della vera coscienza umana, che non sa più cosa sia giusto o sbagliato, dato che le menti sono state manipolate per avere una visione dell’adesso senza possibilità di confronto. L’anarchia non a caso è bandita perché presuppone una libertà d’esperienza e di scoperta che intacca i piani diabolici di conquista.
Giulia in “Albero di mele” evidenzia una profonda conoscenza e descrizione mitologica, facendo entrare in un mondo mutante antico che ha le sembianze di esseri misti a uomini e animali, che indirizzano l’uomo in carne e ossa alla verità del mondo e ai suoi segreti. La mitologia permette di osservare con stupore ogni percorso illustrativo antropologico che offre risposte sagge alla pigrizia e all’avidità umana. In un regno parallelo i mutanti hanno custodito l’essenziale che l’uomo nell’altro pianeta ha distrutto. Si pone avanti un piano di creazione forgiato sulla materia primordiale in fasce, in cui la cultura forviante non ha ancora scalpellato le sue sembianze vuote. Si entra in un livello paranormale in cui il tempo non ha la stessa velocità di quello terrestre, in quanto gli uomini hanno creato il tempo proprio per controllare i processi evolutivi, dimenticando il ristoro e l’attesa nell’osservazione, che viene citata come uno dei più grandi istinti primordiali, che fa conseguire verità celate e vibrazioni sensoriali, non più accessibili alle personalità deviate verso l’inutilità comportamentale emozionale ed esteriormente materialistica. Lo sforzo e la meraviglia dell’alieno, che poi può essere visto come un uomo uscito fuori dalle dinamiche di sistema formativo, è quello di carpire dagli aspetti somatici le emozioni che percorrono i canali corporali e i battiti cardiaci. Capisce come i neuroni umani siano le biblioteche di folklore, in cui si è persa l’importanza di quegli antichi scritti tramandati, lasciandoli riempire di polvere. Il suo obiettivo è quello di sfogliarli nuovamente per restituire luce all’umanità.
Procedendo nella lettura Giulia ci fa penetrare all’interno di un manicomio, trascrivendo su carta i contatti tra il medico e i suoi pazienti e le grandi difficoltà per chi opera con i pazzi a rimanerne distaccato e a non esserne imprigionato. Si pone avanti la questione che i pazzi non possano amare, in quanto insani di mente. Ogni relazione all’interno di quel luogo è impedita solo per il fatto che due menti malate portano alla completa distruzione; al posto di focalizzarsi su sé stessi per trovare la forza di reagire utilizzano un secondo elemento dall’esterno per riempirsi di narcisismo e autostima. La lettera d’amore scritta da Rosario per Mariella testimonia come profondamente un pazzo è in grado di amare, a differenza di tanti altri che dall’amore si tengono lontani e non lo vivono pienamente. Rosario rischia in nome di quella potenza emotiva che genera un’irrefrenabile follia in chi ci si imbatte.
Risorge dalle ceneri il concetto dell’alieno non compreso, di chi sta nel mondo in maniera diversa dalle convenzioni sociali e comportamentali, portando chi si confronta con l’outsider a riempirlo di giudizi e di ripugnanti commenti sul demonio. Della verità psichica ne è consapevole il protagonista sciamano dopo tante lotte e marchiature sulla pelle.
Viene affrontato il concetto della memoria genetica conservata nei fenotipi generazionali, che riscoprono verità taciute e visioni che ne autenticano l’effettiva immagine di provenienza.
Le affinità elettive di Goethe sposta le direttive sondanti conoscitive verso la ricerca del vero amore, delle anime gemelle che si incontrano, che si riconoscono, che si uniscono per formare l’ingranaggio di una molecola complessa. Lo scambio che avviene tra anime affini è così inspiegabile, così riconoscibile che non si può far altro che venire inondati dalla sua energia, dal suo riempimento costante di ricerca per risolvere l’enigma della vita. Il coraggio delle anime sta proprio nell’aprirsi all’inondamento emozionale per raggiungere le più profonde conoscenze sensoriali. Anime che si parlano in una lingua antica quanto il mondo stesso, che comprendono fino alle radici la linfa vitale da risucchio abissale.
Ci si sofferma sui viaggiatori, che osservano con gli occhi dell’innocenza e si riempiono della bellezza straziante del cosmo. Ci si inoltra lungo la strada del sapere che è infinita e mutevole, in un lungo percorso di attenta e paziente scalpellatura dell’anima, che resta pura e intatta di fronte alla meraviglia.
Nella casa dell’Id si svolge il dialogo sulla verità del dio Bacco, che è principio di ribellione alle leggi imposte per scegliere una strada impervia, disseminata di caos e follia, che porta a sfiorare le sacre forme divinatorie presenti nel circostante. Il pensiero che Dionisio sia il dio del sesso e della perdizione viene rinnegato in virtù della lotta contro la società puritana, che blocca il processo vitale e non permette di fluire nell’emancipata espressione della natura umana. Ecco allora che Bacco diventa la divinità liberatoria intrinseca che consente di afferrare tutte le maschere in movimento alternabile nel mistero universale.
Un romanzo “Albero di mele” dai mille spunti di riflessione, che bisogna leggere per meditare a lungo sulle sue rivelazioni iniziatiche alle coscienze.
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