La gestione del personale psicologico nelle Aziende Sanitarie Provinciali di Ragusa e della Sicilia è al centro di un acceso dibattito dopo la pubblicazione del primo report dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, presentato all’Assessorato regionale alla Salute. Il documento ricostruisce le procedure di reclutamento dei dirigenti psicologi negli ultimi quindici anni, rivelando un quadro […]
UNO SPETTACOLO DALLA VITA E PER LA VITA
29 Giu 2013 16:07
Una gradinata di San Pietro piena di gente che si avvertiva partecipe e contenta; nelle scene i bambini del Grest3P, quindi i giovani della Gifra e della parrocchia, oltre che attori e cantanti; nelle immagini non solo testimoni noti ma anche volti di gente comune, come la signora Maria che raccontava come la sera pregava per tutti: i buoni e i meno buoni … soprattutto perché Dio illumini molti! Si tratta di messaggi che in genere si ascoltano nei saloni parrocchiali o negli auditorium delle scuole e che sono stati collocati, la sera del 28 giugno, nel cuore della città. È accaduto attraverso lo spettacolo “Il potere dei segni”, promosso dalla Caritas diocesana e realizzato dalla Compagnia del Piccolo Teatro. Con questo spettacolo è andata in scena la vita e ogni scena conteneva passaggi per la vita. Fin dall’inizio l’invito – tra canzoni, testi recitati, balli, immagini, luci, video – è stato alla gioia, a ritrovare il senso di una gioia che possa durare, che possa alimentare la vita, che possa risuonare polifonicamente con gli altri suoni della vita accogliendo e attraversando dolore, invocazione, sofferenza, domande. “Sì, guardate signori – era questo a un certo punto il prologo – . Stasera è spettacolo. Che tante voci raccoglie. Che al cuore e alla mente vuole parlare. Che le paralisi vuole sbloccare. Che festa vuole ci sia, ma non per un attimo solo … Venite, amici, guardiamoci in faccia, guardiamo il mondo in faccia, lasciamoci guardare”. E il primo sguardo è diventato quello di papa Giovanni e del suo invito, la sera dell’apertura del Concilio, a dare una carezza ai bambini. Sguardo che poi si intrecciava con quello di don Tonino Bello e della sua preghiera per la gente, perché la gente sappia osare di più e sempre più camminare insieme, recitata da alcuni membri dell’Associazione Piccoli fratelli. E ancora la consapevolezza di Peppino Impastato sull’importanza della bellezza e il grido della madre Felicia, grido di dolore ma anche di speranza di una Sicilia nuova. E risuonavano, nei testi recitati dagli attori, anche domande e suggerimenti di vie concrete: “Ascolteranno, ascolteranno i nostri giovani? Saranno saggi i nostri vecchi? Si apriranno le famiglie al piccolo gesto di amore possibile a tutti o alla scelta necessaria perché nessun bambino sia senza affetto? Ci sarà il gesto semplice di una visita per chi è solo? Ricorreremo Mohamed che è venuto con tanta speranza e si abbrutito? … e ora ci viene facile scaricare su di lui la smemoratezza del bene che tutti ci avvolge … Avremo tempo per ascoltare? Ci saremo esercitati nell’attenzione per capire e incontrarci veramente? Ricorderemo verità semplici? Saremo idioti – ovvero dal greco, idiota uno che pensa solo a sé – o saremo politici – ognuno e tutti virtuosamente per la città?”. Le risposte in qualche modo erano e sono da ritrovare nelle testimonianze dei protagonisti dello spettacolo e nel segno stesso di questo radunarsi attorno a messaggi forti. Non senza sottolineare – nel ricordo di don Pino Puglisi – che il suo è stato un parto, un “parto d’amore” e che “se ciascuno di noi fa qualcosa, allora si può fare molto”. In continuità con lo spettacolo vi è stata, nel piazzale Mons. Matteo Gambuzza, la cena organizzata dalle famiglie della parrocchia, a dire anche come con poco si può vivere una festa bella, corale e e attenta alla solidarietà con tutti a iniziare dagli ultimi.
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