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Il ponte sul fiume Ippari: la cronistoria di una lunga diatriba. Ecco i fatti
30 Dic 2025 16:04
Il ponte sul fiume Ippari si farà. L’accordo tra l’ex Provincia regionale di Ragusa e il comune di Vittoria è stato raggiunto. Il comune di Vittoria ha accettato il progetto che finora aveva sempre respinto, quello riguardante la realizzazione di un ponte ciclo-pedonale, l’unico possibile e l’unico realizzabile alla luce delle normative attuali.
Scoglitti e il suo fiume Ippari vivono una situazione particolare. Il ponticello che collega il promontorio su cui sorgeva dell’antica città greca di Camarina (insediamento e colonia greca di 2700 anni fa) alla frazione di Scoglitti, è stato realizzato alla foce del fiume, di cui parla anche il poeta greco Pindaro.
Un ponte alla foce del fiume oggi non è più realizzabile. Lo vietano le nuove norme, valide e vigenti su tutto il terrooitorio nazionale. Ciò che vale per il piccolo Ippari, oggi ridotto a poco più di un torrente, vale per qualunque corso d’acqua. Non si realizzano ponti laddove ci sono le foci.
Ma il ponticello sul fiume Ippari (o ponticello di Cammarana, dal nome della contrada), realizzato a pelo d’acqua, quando venne realizzato fu approvato anche dalla professoressa Paola Pelagatti, una studiosa che ha dedicato tanto tempo e passione e Kamarina e agli scavi in terra iblea. Ma da tempo su di esso pendeva un’ordinanza di demolizione.
Quando, nel 2023, un violento acquazzone spazzò via ciò che rimaneva della debole struttura del ponte, nessuno fece nulla per costruirlo. Anche perchè sul ponte pendeva, ormai da anni, ordinanza di demolizione. Proprio perchè quel tipo di ponti ormai non sono più permessi. Sarebbe toccato ai due comuni, Ragusa e Vittoria, competenti per territorio, la soluzione del problema e l’avvio di un progetto di ricostruzione, ma nessuno dei due avanzò un progetto.
Il carico passò al Libero Consorzio di Ragusa, fino a otto mesi fa affidato a una gestione commissariale e nel luglio 20024, l’assemblea dei sindaci (organo politico del tempo) diede mandato all’ufficio tecnico della ex provincia di realizzare l’opera. La realizzazione di un ponte che consentisse il traffico viario si rivelò subito impossibile. L’Autorità di Bacino avrebbe autorizzato un ponte carrabile solo se esso avesse avuto caratteristiche ben precise: nel caso del fiume Ippari era necessaria un’altezza di quattro metri e una campata di 24 metri, oltre ad alcune caratteristiche tecniche e strutturali adeguate. Le recenti leggi che regolano le costruzioni sui fiumi e quelle sul dissesto idrogeologico hanno reso negli ultimi anni più severe le norme e le prescrizioni per ciò che riguarda questo tipo di realizzazioni: garantire la sicurezza è un principio inderogabile. Le recenti vicende riguardanti le esondazioni di fiumi e correnti, le tragedie di Genova e sei sui canali, dei fiumi sul litorale messinese, del fiume Mazzaro nel trapanese, o di vari corsi d’acqua in Calabria sono negli occhi di tutti e hanno imposto regole più ferree per garantire la sicurezza e vietare la realizzazione di opere e infrastrutture che non garantiscono la sicurezza. Per l’Ippari la soluzione purtroppo non c’è: un ponte con simili caratteristiche, che garantisca sicurezza, non si potrebbe mai realizzare alla foce di un fiume. Lo vietano le norme di tutela paesaggistiche e, nel caso di Kamarina, anche archeologiche. La zona è vincolata come “Area di tutela 3”. Ma in nessuna foce in qualunque parte del territorio italiano un ponte con caratteristiche simili verrebbe autorizzato e realizzato a poche decine di metri dal mare, nella zona della foce.
Il dirigente dell’Ufficio tecnico del Libero Consorzio Carlo Sinatra ha vagliato varie possibilità, tutte respinte o impossibili per la Sovrintendenza. Alla fine, restava l’unica soluzione possibile, quella di un ponticello a pelo d’acqua, che però non fosse aperto al traffico viario, che restasse chiuso per le auto e che avesse le caratteristiche di un ponte-guardo, autorizzato solo perché si tiene conto della necessità di collegare l’area dell’antica città greca di Kamarina all’abitato di Scoglitti.
Era una penalizzazione per Scoglitti e l’ex provincia decise di farsi carico del problema dell’accesso a Kamarina rendendosi disponibile ad asfaltare e a rendere percorribile via della Fratellanza. Via della Fratellanza è un’arteria che sorge su aree private (che il comune sta però acquisendo al patrimonio pubblico) che permette il collegamento tra il litorale di contrada Cammarana e la strada provinciale. In questo modo, percorrendo 4 chilometri in più, residenti e villeggianti di Scoglitti potranno agevolmente raggiungere il Museo di Kamarina. Sarebbe l’unica strada di colegamento perchè la zona di Cammarana è stata realizzata senza un piano, in gran parte con case abusive, poi sanate e non c’è stata finora una pianificazione urbanistica con strade e quartieri. Il ponte guado sarebbe stato attraversato solo dai pedoni, dalle bici, dai mezzi di soccorso e da eventuali mezzi di emergenza delle forze dell’ordine, ovviamente in via eccezionale. Il ponte inoltre dovrà essere chiuso da sbarre automatiche in caso di allerta rosso o arancione.
Il progetto venne però respinto nel giugno scorso dal sindaco Francesco Aiello nel corso di una conferenza di servizi convocata a Viale del Fante. Il sindaco ribadì per iscritto il suo “no” nel settembre scorso. Nel frattempo, un consiglio comunale aperto convocato dalla presidente Concetta Fiore il 7 agosto scorso, servì a spiegare a tutti lo stato delle cose. Chi seguì quella seduta del consiglio comunale poté comprendere bene come stanno le cose.
Fino a qualche settimana fa tutto è rimasto fermo. Il comune di Vittoria aveva detto no per la seconda volta. Aiello aveva addirittura invocato il concetto di “reciprocità” chiedendo che si rendesse pedonale anche l’accesso principale al Museo di Camarina, cioè la stradella che si imbocca dalla provinciale Scoglitti – Santa Croce Camerina. Di fatto, il comune di Vittoria avrebbe chiesto di rendere impraticabile o comunque oltremodo difficoltoso l’accesso al Museo di Camarina per tutti, per i residenti e per i turisti. Una sorta di ripicca, che però veniva chiamata “reciprocità”. Ovviamente una richiesta che nessuno avrebbe accolto, men che meno il comune di Ragusa.
Nel frattempo alcuni esponenti della Democrazia Cristiana locale avevano tentato colloqui palermitani con l’Autorità di bacino e con i vertici del partito di Cuffaro per cercare di sbloccare la situazione, senza nessun esito.
La situazione si è sbloccata qualche settimana fa. La presidente del consiglio comunale Concetta Fiore ha convocato una nuova seduta consiliare, invitando ancora una volta la presidente del Libdero Consorzio Maria Rita Schembari. Che ha ribadito la propria disponibilità a garantire l’impegno anche economico della ex provincia che avrebbe investito 500.000 euro per la realizzazione di via della Fratellanza, utilizzando al contempo 150.000 euro messi a disposizione nel bilancio regionale per la realizzazione del ponte-guado solo ciclo pedonale. I consiglieri comunali, anche della maggioranza e soprattutto della Dc, hanno chiesto alla presidente Schembari di riaprire il tavolo delle trattative. Schembari ha accettato.
Una nuova riunione si è svolta a Viale del Fante. Hanno partecipato anche i dirigenti dell’Autorità di Bacino, Santo Scordo e Marco Sanfilippo che hanno ribadito e spiegato quali siano le prescrizioni che rendono impossibile la realizzazione di un ponte carrabile, che avrebbe caratteristiche non accettabili dalla Sovrintendenza chiarendo, ancora una volta quali siano le leggi italiane che regolano questa materia. Alla fine una decisione è stata assunta. Il ponte resta solo ciclo-pedonale, attraversabile solo da pedoni, biciclette, bici elettriche ed eccezionalmente da mezzi di soccorso e delle forze dell’ordine. Il comune di Vittoria stavolta ha accettato. Rispetto all’ipotesi iniziale, si è spiegato che sarà possibile anche far transitare auto elettriche. Sono quelle auto di piccole dimensioni che potrebbero dare un apporto in più, la possibilità di un nuovo e attraente servizio turistico”. Il sindaco di Vittoria stavolta ha accettato.
“L’Autorità di Bacino – ha spiegato la presidente Maria Rita Schembari – ha chiarito in maniera definitiva la questione della carrabilità dell’opera, specificando che l’attraversamento a guado in progetto, oltre alla funzione ciclo-pedonale, consentirà il transito dei mezzi di soccorso, di polizia e di servizio, nonché di un bus navetta dedicato, in servizio esclusivo, per il collegamento tra la spiaggia di Scoglitti e il Museo.
Alla luce di tali precisazioni, il Comune di Vittoria ha espresso parere favorevole, consentendo la conclusione positiva della Conferenza dei Servizi e lo sblocco dell’iter progettuale. A breve si procederà con l’approvazione del progetto e con la richiesta di finanziamento alla Regione; nel corso del nuovo anno sarà quindi possibile avviare le procedure di appalto e dare avvio ai lavori. Il risultato raggiunto rappresenta un passo avanti significativo, perché consente di rispondere in maniera concreta alle esigenze del territorio nel pieno rispetto della normativa vigente e delle prescrizioni ambientali. L’ente provinciale ha seguito l’iter pur in presenza di una strada da tempo rientrata nelle competenze comunali, in considerazione del ruolo strategico di questo collegamento. Il ponte Cammarana costituisce infatti un punto di raccordo fondamentale non solo tra due territori e tra siti di elevato valore turistico, ma un punto di accesso e fruizione per i visitatori provenienti dal resto della provincia, e per coloro che arrivano da Scoglitti, di un patrimonio archeologico, di un parco e di un museo di eccezionale e inestimabile valore”.
Anche Aiello ha spiegato le sue ragioni e parla di grande risultato ottenuto dal comune di Vittoria. Analoga posizione è stata espressa sui social da esponenti dell’attuale maggioranza e della giunta vittoriese.
“È necessario fare chiarezza definitiva sulla vicenda del ponte di Camarina, troppo spesso oggetto di ricostruzioni parziali o non rispondenti al vero che circolano sui social e che generano solo confusione tra i cittadini – ha detto Aiello – L’unica verità ad oggi non è una mia opinione personale, ma è quella che emerge dal verbale della riunione del 17 dicembre scorso, alla quale hanno partecipato, oltre al sottoscritto e al dirigente comunale Cicciarella, i rappresentanti del Comune di Ragusa, la Presidente del Libero Consorzio Comunale Ibleo, i funzionari dell’Autorità di Bacino, della Soprintendenza ai Beni Culturali e i progettisti dell’opera. La riunione da me richiesta faceva seguito al rifiuto da parte nostra di approvare il progetto che escludeva in qualunque maniera l’accesso di visitatori dalla parte di Scoglitti. Esclusione che interdice ad oggi, a seguito di ordinanza del Sindaco di Ragusa, il passaggio persino pedonale a chi voglia o possa accedere al Parco dalla parte di Scoglitti. Il Comune di Vittoria ha messo sul tavolo tutte queste criticità e limitazioni attive sul lato scoglittiese.
Nel corso dell’incontro, dopo un ampio confronto, l’Autorità di Bacino ha chiarito che il passaggio dei mezzi di soccorso, delle forze di polizia e dei mezzi di manutenzione si intende già autorizzato. Inoltre, accogliendo le esigenze rappresentate dal Comune di Vittoria, è stata ammessa la possibilità del transito di mezzi pubblici dedicati, come navette, esclusivamente finalizzate alla fruizione del parco archeologico di Camarina fino all’accesso al museo. Tale proposta illustrata dal Sindaco di Vittoria presuppone la realizzazione di parcheggi di sosta ai due ingressi al Parco, dal lato ragusano e dal lato vittoriese. Questo punto è stato comunque rinviato a prossimi incontri tra i Sindaci di Vittoria e Ragusa assieme alla Direzione del Parco.
Intendo dunque precisare che è mia volontà procedere alla realizzazione di un parcheggio, e, d’intesa con il Comune di Ragusa e la Direzione del Parco, valutare l’introduzione di un ticket per l’accesso all’area.
Desidero infine fare un’ultima considerazione di carattere tecnico e di buon senso: se è consentito il transito dei mezzi di soccorso, tra cui rientrano anche le autobotti dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile, è evidente che la portata del ponte non può essere limitata a 3.500 chilogrammi. Spero che questo chiarimento sia sufficiente a mettere fine a discussioni basate su informazioni incomplete o poco conosciute e a ristabilire una corretta rappresentazione dei fatti nell’interesse di tutto il territorio. Mi sento a posto con la mia coscienza per avere ottenuto questi risultati”.
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