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Corruzione in Sicilia: 11 inchieste e 8 politici indagati. Il report di Libera
09 Dic 2025 12:47
La Sicilia è la terza Regione italiana per indagini sulla corruzione. Il dato è rilevato da Libera che ha ufficializzato in queste ore il dossier sulla corruzione in Italia in concomitanza con la Giornata internazionale della lotta alla corruzione che ricorre oggi, 9 dicembre. Dal 1° gennaio al 1° dicembre 2025 – secondo i dati di Libera – sono 96 i casi di corruzione: in media sono otto al mese, coinvolte 49 Procure in 15 Regioni e 1.028 persone indagate, quasi il doppio rispetto alle 588 persone finite nel mirino nello scorso anno. A primeggiare sono le Regioni meridionali e le isole con 48 indagini in totale, seguite da quelle del Centro con 25 indagini e del Nord Italia con 23 indagini. Prima in classifica la Campania con 18 inchieste, a seguire il Lazio con 12 e la Sicilia con 11. La Campania è la “maglia nera” con 219 persone indagate, seguita dalla Calabria con 141 e dalla Puglia con 110. La Sicilia conta 98 persone indagate. La Liguria, con 82 persone indagate, è la prima regione del Nord Italia, seguita dal Piemonte con 80.
Ampio il quadro in cui si contano…le mazzette e che Libera ha individuato.
Si và dall’attestazione della falsa di residenza per ottenere la cittadinanza italiana o falsi certificati di morte. Ma ci sono pure mazzette legate all’aggiudicazione di appalti nella sanità, per la gestione dei rifiuti o per la realizzazione di opere pubbliche, la concessione di licenze edilizie, l’affidamento dei servizi di refezione scolastica. Ma ci sono anche scambi di favori per concorsi truccati in ambito universitario. E ancora, le inchieste per scambio politico elettorale e quelle relative alle grandi opere con la presenza di clan mafiosi.
Il maggior numero di politici indagati sono in Campania e Puglia (13), seguite da Sicilia con 8, e da Lombardia con 6.
“Si tratta di un quadro sicuramente parziale, per quanto significativo, di una realtà più ampia sfuggente. Oggi – rileva Libera – il ricorso alla corruzione sembra diventare sempre più una componente ‘normale’ e accettabile della carriera politica e imprenditoriale. Una strategia spesso vincente, che avvantaggiando i disonesti induce una ‘selezione dei peggiori’ e per questa via degrada in modo invisibile la qualità della vita quotidiana, dei servizi pubblici, della pratica democratica. Con il documento e dossier che abbiamo redatto – conclude Libera – proponiamo anche l’approvazione di una regolazione generale e stringente delle situazioni di conflitto di interesse, vero brodo di coltura della corruzione, ancora più necessaria e urgente dopo l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio”.
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