Dalla provincia al palcoscenico nazionale: la lezione modicana di bellezza e talento

C’è una musica che nasce dal silenzio, si fa spazio tra le pietre barocche di Modica, vibra tra le mani di un giovane maestro e si lascia ascoltare anche a centinaia di chilometri di distanza. È la storia di Fabio Rizza, arpista, compositore e visionario, che con passione, dedizione e coraggio ha piantato il seme dell’arpa in un territorio che non ne aveva mai conosciuto il suono. Oggi, quel seme è diventato un piccolo albero fiorito, che ha portato i suoi frutti fin dentro lo showroom Salvi Harps di Milano, in occasione del Quarto Simposio Nazionale dell’Arpa, tenutosi il 29 marzo.

In un contesto di grande prestigio, tra i nomi più illustri del panorama arpistico italiano e internazionale, la voce della Sicilia ha avuto un suono dolce e fiero: quello degli allievi dell’Accademia Salzedo di Modica, prima scuola dedicata all’arpa in tutta la provincia di Ragusa, fondata nel 2019 da Rizza. Una realtà nata dal nulla, in un luogo dove nessuno avrebbe scommesso sull’educazione musicale di uno strumento così raro e affascinante. Eppure, proprio lì, tra la pietra bianca di Modica e l’entusiasmo di un maestro determinato, è nato qualcosa di unico. Durante il simposio, Fabio Rizza ha emozionato il pubblico con una presentazione coinvolgente e interattiva, che ha ripercorso, attraverso immagini e racconti, il cammino dell’Accademia: dalle prime lezioni fino ai concerti, dai saggi nei piccoli teatri della provincia agli eventi condivisi con la comunità. Un racconto che non ha soltanto parlato di musica, ma anche di resilienza, visione e bellezza, quella bellezza che troppo spesso nei territori periferici rischia di essere ignorata o dimenticata.

Sul palco di Milano, poi, le parole hanno lasciato spazio alle note: il maestro si è esibito con un’arpa elettrica, dimostrando quanto questo antico strumento possa dialogare con il presente, parlare ai giovani, incuriosire, stupire. E subito dopo, dieci giovanissimi allievi — provenienti da Modica, Siracusa e perfino dalla Toscana — hanno dato voce a tre composizioni originali di Rizza: Estrella, Akiko e Luci di Venezia. Ognuno con il proprio tocco, ognuno con la propria emozione. E il pubblico in sala ha ascoltato in silenzio, affascinato non solo dalla musica, ma dalla storia che quelle note raccontavano.

Una storia che profuma di Sicilia, che mostra quanto possa nascere di grande anche lontano dai grandi centri culturali. Le immagini proiettate durante l’evento – scorci di Modica, Ragusa Ibla, Scicli – hanno stregato i presenti, tanto che molti hanno espresso il desiderio di visitare quei luoghi incantati dove l’arte e la musica si fondono con l’identità e la bellezza. Fabio Rizza non è nuovo a palcoscenici internazionali: ha suonato in Giappone, in Lettonia, è stato premiato al Festival Internazionale Suoni D’Arpa di Saluzzo. Ma forse il suo successo più grande è proprio questo: aver creato, nella sua città, un luogo in cui l’arpa può farsi sogno, occasione, futuro. In un tempo in cui spesso si raccontano solo le difficoltà del Sud, storie come questa meritano di essere celebrate, diffuse, imitate. Perché la cultura non è solo un valore aggiunto: è un seme che, se curato, può cambiare il volto di un territorio.

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