Sarà un 2024 difficile: a Ragusa si lavora tanto, ma i salari restano bassi

Il 2024 sarà un anno molto impegnativo per molti cittadini. Sarà un anno in cui, nonostante si lavorerà moltissimo, gli stipendi resteranno molto bassi.

E’ quanto evidenziato dalla CGIL Ragusa e dal suo segretario, Peppe Scifo. Questa crisi, pur originandosi in situazioni geograficamente distanti, ha ripercussioni dirette sul territorio, soprattutto sulle persone e le aree già fragili e con molteplici criticità.

LA SITUAZIONE A RAGUSA

Nel contesto ragusano, le conseguenze negative della pandemia e del conflitto in Ucraina hanno impattato negativamente sull’economia locale, causando gravi ripercussioni sul tessuto produttivo legato ai mercati nazionali ed esteri. L’aumento dell’inflazione, soprattutto sui beni di prima necessità, sta mettendo in difficoltà le famiglie a basso reddito, colpendo particolarmente lavoratori precari, giovani e coloro che ricevono retribuzioni al di sotto degli standard contrattuali.

La provincia di Ragusa, nonostante la vivacità del suo sistema produttivo, ha subito una crescente disuguaglianza salariale, trovandosi agli ultimi posti nazionali e siciliani per quanto riguarda i livelli di retribuzione. Nonostante ciò, la situazione occupazionale rimane attiva, ma l’impatto dell’alta inflazione rende le condizioni ancora più difficili.

La CGIL, impegnata in una battaglia contro il lavoro irregolare in tutte le sue forme, sta richiedendo interventi mirati al controllo e alla repressione di pratiche come i contratti part-time falsi e le false partite IVA.

La legge finanziaria del Governo non affronta adeguatamente questa emergenza, ignorando la proposta sindacale sull’istituzione di un salario minimo legale e mancando di misure strutturali per migliorare il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni. La politica sociale mostra un restringimento del welfare, con tagli alla sanità pubblica, creando difficoltà di accesso alle cure mediche, soprattutto per i cittadini a basso reddito.

Le prospettive future appaiono poco incoraggianti, con il Paese diviso tra Nord e Sud e la possibilità di un’accentuazione delle diseguaglianze sociali con l’implementazione del progetto di Autonomia Differenziata.

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