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Ragusa Pride, i “Papà per scelta” a Ragusaoggi.it: “Servono più libertà e più diritti”
30 Giu 2023 12:51
Loro sono Christian De Florio e Carlo Tumino, i “Papà per scelta” sono i testimonial del Ragusa Pride la cui parata finale si terrà domani, 1 luglio, a Marina di Ragusa. Si parte alle 17.30 dalle panchine Rainbow di via Porto Venere per arriva al palco di Piazza Torre. Un appuntamento arrivato al secondo anno e che anche quest’anno porterà i colori del mondo LGBTQUIA+ in provincia di Ragusa. Con oltre 700 mila followers fra Tik Tok e Instagram, I Papà per scelta sono notissimi al grande pubblico. La loro è certamente una storia pionieristica: in America, grazie alla Belly mommy Krista, hanno potuto concepire i loro due splendidi gemellini: Julian e Sebastian. Julian e Sebastian, infatti, hanno il corredo genetico della donatrice degli ovuli e poi ognuno ha i geni di uno dei due papà: “Non chiamatela madre surrogata”, ci spiegano. Il termine corretto, infatti, è “gestazione per altri”. E in effetti, se ci si riflette, sono le parole giuste da usare in questi casi. Tra l’altro, Carlo Tumino è ragusano di origine e ritorna quindi nella propria terra insieme a Christian in occasione di un evento così importante.
Quest’anno siete i testimonial del Ragusa Pride: siete contenti di esserlo?
“Abbiamo accettato con piacere, anche per una questione affettiva di origine. Crediamo sia importante esserci soprattutto nelle piccole piazze. Essendo stati in molti posti d’Italia, ci siamo accorti che nelle piccole città, soprattutto nei contesti del sud, c’è una gran voglia di iniziare a far valere i propri diritti. Quindi, ben lieti di essere a Ragusa domani, per la grande parata del Pride”.
Com’è nata la vostra attività di divulgazione?
“Noi abbiamo iniziato cinque anni fa, quando sono nati i bambini, forse un po’ per gioco. Abbiamo cominciato a comunicare sui nostri canali social la nostra vita quotidiana. Questa narrazione è stata utile alla società evidentemente, perché nonostante sia una realtà che esiste da decenni, purtroppo ancora dal punto di vista legislativo non si è fatto molto”.
A proposito della nascita dei vostri figli, ritenete che in Italia arriveremo mai al punto di avere una legislazione che tuteli la gestazione per altri?
“Sono donne a cui noi riconosciamo il valore più grande, il sacrificio e l’autodeterminazione per dare la vita a dei bambini. Il tema è complesso, perché ancora è molto ideologico. Al di là della proposta di legge Varchi che vuole rendere reato la gestazione per altri, ci sono proposte ad esempio di esponenti di Italia Viva che vorrebbero regolarizzazione la pratica. Noi riteniamo che se ben legiferata non è da considerarsi né mercimonio, né sfruttamento”.
Cosa ne pensate della proposta di legge fatta da Alessandra Mussolini al Parlamento europeo sui figli delle coppie gay? Vi ha sorpreso questo cambio ideologico?
“Noi crediamo nella possibilità che le idee di una persona possano cambiare. Crediamo in un processo di maturazione che possa dare la percezione di una società più inclusiva. Sempre con un grande punto interrogativo, nel senso che speriamo non sia un tornaconto elettorale. E’ un passo in avanti e noi apprezziamo che la Mussolini si sia messa dalla parte dei bambini. Se questa è la verità, automaticamente devono riconoscere il contesto in cui questi bambini crescono. Vogliamo anche ricordare che all’estero sono stati i conservatori popolari e liberali che hanno legiferato su queste tematiche e non solo la sinistra. Oggi c’è un dibattitto un po’ polarizzato, ci si dimentica che questi temi non sono politici perchè i diritti civili non sono né di destra, né di sinistra. Bisogna avere a cuore le libertà individuali su tematiche che riguardano la vita personale dei cittadini. Forse oggi c’è una strumentalizzazione molto estremista e molto populista. Noi ci auguriamo che nasca un soggetto liberale di destra che possa portare avanti questo dibattito”.
Cosa ne pensate invece della cancellazione delle trascrizioni dei figli di coppie omosessuali?
“Noi abbiamo notato una rottura tra i sindaci, i cittadini e piani alti delle istituzioni. E ci sembra emblematica. I sindaci non hanno nessun pregiudizio. E’ la retorica di governo che tende a disumanizzare i cittadini che esistono ma questi vanno tutelati e i sindaci lo percepiscono perché vivono le loro comunità”.
Carlo è di origini ragusane. Come hai trovato la tua città da questo punto di vista dopo molti anni d’assenza? Sei andato via per via dei pregiudizi sul tuo orientamento sessuale?
“Credo che da una parte c’è sempre stata la paura e la preoccupazione che il mio orientamento potesse influenzare quello che sarebbe stato il mio futuro. Dall’altra posso dire che questa regione ha sempre avuto a cuore il concetto di famiglia. Quindi tolte quelle logiche pregiudizievoli sulla famiglia composta da due padri, ho notato forse che è più importante la qualità delle relazioni familiari. C’è del potenziale anche nella nostra città”.
Attualmente vivete a Rimini. Avete mai avuto problemi o pregiudizi riguardanti la vostra famiglia?
“La società civile non hanno nessun tipo di remora o dubbi sulla nostra famiglia, ci conoscono e viviamo in una bellissima comunità. Le persone se lo dimenticano pure che siamo due papà.
Francamente, non abbiamo avuto nessun tipo di problema. Piuttosto, a livello istituzionale, abbiamo avuto problemi a chiedere un congedo parentale, un passaporto, la trascrizione dell’atto di nascita. Le criticità o i problemi non derivano dalle persone, ma dalla burocrazia”.
Voi avete molti followers. I vostri utenti si rivolgono a voi per avere dei consigli?
“Tutti i giorni si rivolgono a noi per dei problemi. Il progetto non è solamente quello di creare una società più gentile per i nostri figli, ma creare un progetto più ampio che alla base ha un dato di fatto: siamo differenti, ma vorremmo essere tutti tutelati.
Tantissimi vorrebbero una famiglia, vedono in noi dei pionieri. Stiamo cercando di spianare la strada. Abbiamo in contatto anche mamme, papà, zie, nonne che si sentono un po’ meno sole grazie a noi. Altrimenti non si spiegherebbe la crescita del canale”.
Secondo voi, qual è la differenza fondamentale tra la società americana e quella Italiana?
“A parte l’ultimo scivolone americano in fatto di aborto, sui temi etici e morali è molto liberale in generale. Tende a rispettare libertà di scelta del singolo. Quello che manca in Italia è la totale libertà di scelta per tutto. Questo è il concetto sul quale bisognerebbe accelerare nel nostro paese perché l’esecutivo non si deve permettere di entrare a gamba tesa nelle singole scelte delle persone”.

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