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L’odore giovane della paglia e altri racconti. Un libro di Giorgio Licitra
24 Lug 2020 12:42
All’età di 73 anni, L’avv. ragusano Giorgio Licitra, questa volta in veste di scrittore, pubblica un interessante libro dal titolo “L’odore giovane della paglia e altri racconti” con l’intenzione di far riscoprire l’importanza della ricerca del senso della propria esistenza, attraverso diversi momenti di vita vissuti dai suoi personaggi, con scenari che si rifanno ai luoghi e alla cultura del nostro territorio ibleo. Difatti con il suo linguaggio semplice e dettagliato, offre una perfetta visione delle tradizioni ragusane, con l’impegno da un lato di voler fare un salto indietro nel tempo per riscoprire i valori del nostro passato, ma da altro canto l’intenzione di mescolarsi con il nostro presente per stimolare quella necessità di continua ricerca che caratterizza anche la dimensione spirituale dell’uomo.
Nel libro vengono proposti 4 racconti: nel primo, “L’odore giovane della paglia”, viene fuori il ragazzo di campagna, il giovane massaro dall’espressione inebetita, che sogna di diventare un famoso attore del cinema. Come un’improvvisa illuminazione, trova la spinta per esprimere la cultura delle masserie disperse nelle campagne, per poi scoprire la cultura delle città, delle biblioteche, delle scuole, in un percorso di consapevolezze che lo riporterà al punto di partenza. In “Fave e caviale”, l’improvviso incontro tra due anime in cerca di se stesse, nel contrasto tra possibile e impossibile. Nel loro vorticoso ondeggiare, si rendono poi conto che per ogni cosa vi è una ragione e che a tutto si trova una sua soluzione.
Ed ancora, in “Quanto ti amai”, si incontra il massaro avventuroso nel pieno vigore degli anni. Animato da profonda dedizione, parte col suo carretto trainato dalla mula, in cerca del cognato, caduto nelle campagne di Cassibile la notte di luglio del ‘43, durante lo sbarco degli alleati. Nel contempo, rievoca la guerra in Grecia, da cui è appena ritornato. Infine, in “Vai per il tuo giorno”, viene fuori dalla sua villa di campagna la matura signora in crisi coniugale. Per un lungo giorno, durato ventiquattro ore, come ventiquattro anni o settantuno anni, vive tutta l’intensità dell’amore, di un amore che mai avrebbe conosciuto, se verso il tramonto di quel giorno non fosse uscita dalla sua villa, dopo aver litigato con il marito.
Attraverso l’intreccio di luci ed ombre, che caratterizzano le storie raccontate dall’autore, si arriva alla conclusione che la vita è vera solo quando ci si apre ad essa e agli altri: ecco la felicità, ecco il bisogno di sentirsi amati ed essere soddisfatti di se stessi, ecco l’urgenza di fare memoria affermando che, nel bene o nel male, ognuno può lasciare un segno nella proprie scelte di vita.
Matteo Burgio
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