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IL “NUOVO-UMANESIMO” DELLA POESIA DI PISANA
07 Dic 2015 05:48
E’ stato dedicato alla silloge poetica di Domenico Pisana, “Tra naufragio e speranza”, il secondo sabato letterario del “Gruppo di Ispica” del Caffè Quasimodo, che si è tenuto nell’Aula Consiliare di Palazzo Bruno, nel quadro della stagione culturale 2015-2016.
Ha aperto l’incontro la coordinatrice del Gruppo, Daniela Fava, mentre l’assessore Angela Gianì ha portato il saluto del sindaco Pierenzo Muraglie, manifestando la sua soddisfazione per le iniziative culturali del Caffè Quasimodo e per la scelta dell’Amministrazione di aprire il Palazzo Comunale agli eventi culturali della città. Puntuale, acuta, e ricca di agganci alla grande letteratura la riflessione critica di Luigi Blanco, Presidente dell’Associazione culturale “Le Muse”, il quale ha analizzato tutte le sezione della silloge poetica “Tra naufragio e speranza”, soffermandosi sulla “visione poetica di Pisana, che sembra porsi quasi come una sorta di varco ‘soteriologico’ attraverso il quale spingere l’uomo di oggi verso un neo-umanesino’ con una prospettiva in cui la parola poetica diventa “atto profetico” in grado di aiutare l’uomo ad intus-legere, cioè a leggere dal di dentro se stesso, i suoi rapporti con l’altro, con la società. Una poesia, solida, ricca di immagini, di metafore, stilisticamente di profilo alto- ha concluso Blanco – ove il lettore può ritrovare profondi interrogativi filosofici e teologici per comprendere il naufragio della post modernità e trovare anche orizzonti di speranza e di cambiamento”.
La serata è stata arricchita dalle letture di Santina Borgese e Salvatore Raimondo e da melodici e godibili intermezzi musicali a cura del “Quartetto di clarinetti” di Ispica guidati dal M° Franco Dipietro.
Domenico Pisana nel suo intervento conclusivo ha sottolineato come “il poeta oggi è colui che con i suoi versi deve entrare dentro le macerie interiori della vita per ricostruirla, rianimarla; occorre – ha detto Pisana citando versi di Gibran – il passaggio dal poeta che descrive o canta la vita al poeta che ri-costruisce e che butta un salvagente per aiutare l’uomo a salvare la vita. Il poeta è un ricostruttore, la poesia del nostro tempo è chiamata a suscitare domande di senso sulla necessità per l’uomo di ‘ritrovare l’anima’ rubata da relazioni di solitudine. E’ all’interno di questa visione che , ha concluso Pisana , occorre aprire un nuovo orizzonte dentro il quale orientare la poesia del nuovo millennio, quasi con l’intento di determinare il passaggio da una ‘poesia elitaria’ ad una ‘poesia per tutti’ capace di contribuire ad innalzare il livello spirituale dell’uomo del nostro tempo”.
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