LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI POZZALLO

Pozzallo ha bisogno di un salutare scossone .

L’attuale clima politico, cui certamente ha contribuito la grave crisi economica che l’Ente sta attraversando, si caratterizza ogni giorno di più con un crescita di polemiche e attribuzione di responsabilità reciproche sul pesante debito delle finanze pubbliche generato dalle classi dirigenti negli ultimi decenni, sia per scelte amministrative e gestionali precise, sia per mancato controllo da parte degli organi preposti .

Questo consiglio comunale, quindi, sconta il peso di chi, dalla Corte dei Conti nel 2012 e nel 2013, con accertamenti ufficiali, è stato chiamato a una vera inversione di tendenza rispetto al passato.

C’è bisogno di un livello più alto di sintesi politica , caratterizzata da un nuovo slancio etico e programmatico.

Tale sintesi non può che coinvolgere l’intero civico consesso, l’insieme delle forze politiche e sociali e le migliori energie della società civile.

Come è noto la mia elezione di Presidente del Consiglio comunale, nel Giugno del 2012, è avvenuta in un clima di dialogo e di sinergia espressa chiaramente con l’unanimità da parte dei colleghi consiglieri.

In questi due anni ho cercato di essere garante di tutte le sensibilità presenti in consiglio e imparziale nella gestione dei lavori, nel convinto rispetto del Regolamento e dello Statuto.

La polarizzazione attuale delle posizioni che genera il forte scontro tra maggioranza e opposizione non rispecchia il clima di apertura e sinergia iniziale, e il tanto declamato dialogo non è credibile se non risulta preceduto da azioni di una sincera testimonianza di effettiva e radicale discontinuità rispetto all’attuale contesto.

Pertanto il necessario processo di distensione e pacificazione, al netto delle scelte amministrative della civica assise, non può che passare da azioni di mediazione tra le parti .

E’ indubbio , però, che al momento si fa fatica a intravedere quali possano essere gli interpreti di un tale processo e quindi dobbiamo e possiamo fare di più.

In questo momento, più che lo spirito delle fazioni in lotta per marcare recinti, dovrebbe prevalere lo spirito di servizio per la propria città e un clima politico che generi nuove figure nei ruoli di massima responsabilità .

In questo contesto le mie dimissioni dalla Presidenza, che rimetto al massimo organo di rappresentanza e di democrazia della città, vogliono essere uno strumento per la tanto auspicata sintesi.

E così come i conflitti non possono estinguersi fin quando qualcuno non ha il coraggio di compiere il primo gesto di “disarmo unilaterale”, l’avvio di una nuova fase politica, in questo caso di sereno confronto, non può che essere il frutto di atti unilaterali di effettiva apertura, senza attendere che i percorsi e le vie del dialogo siano costruiti da altri e non da noi stessi in prima persona.

Ho sempre pensato all’impegno politico come servizio per la comunità, e penso che qualsiasi incarico istituzionale sia strumento da mettere a disposizione della collettività, e non “Potere” di cui servirsi.

“Ai segni del Potere, preferisco il Potere dei segni”, affermava Antonio Bello, profeta di pace e amico di Luigi Ciotti, presidente di Libera, a cui devo la mia passione civile e il credere fermamente più nel Noi che nell’io.

Spero fermamente che questo mio gesto possa servire, nel pieno di questa crisi che rappresenta un vero e proprio “stato d’eccezione”, a costruire una diversa fase politica rispettosa delle differenze ma anche sinceramente protesa a determinare una rinnovata coesione programmatica.

Voglio ben sperare che questo mio passo indietro dall’ incarico istituzionale, anziché dare adito a inutili speculazioni, possa suscitare una proficua riflessione per ulteriori gesti che vanno compiuti per il bene della Città.

 

Pozzallo, 21 Novembre 2014

In fede,

Gianluca Floridia

 

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