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VISITA DEL VESCOVO DI RAGUSA PAOLO URSO ALLA MOSTRA “LE ONDE E IL MARE” DI FRANCO CILIA E GIAMPIERO CARTA
21 Giu 2015 05:41
La visita di sabato pomeriggio, del Vescovo Paolo Urso, a Palazzo Garofalo, ha portato nei cuori dei presenti tanto amore. Insieme a lui, nella “Giornata del Rifugiato”, hanno fatto visita, alla mostra “Le onde e il mare” di Franco Cilia e Giampiero Carta, molti ragazzi di colore che hanno ammirato le tele dei due artisti e tutto il lavoro della Fondazione San Giovanni Battista, di cui è Presidente Antonino Solarino.
I ragazzi hanno scattato tante foto soffermandosi sulle opere che hanno suscitato in loro forti emozioni. Le tele più “gettonate”, sono state: il “Risorto” e “La Mecca” di Franco Cilia, “Fuggitivo 01” e “Fuggitivo 02” di Giampiero Carta. Forse ciò che più ha colpito questi ragazzi, oltre il colore e i soggetti raffigurati, è stato il rivedersi nel dramma che hanno vissuto per raggiungere un mondo migliore, attraverso il mare, quel mare verde di speranza, ma anche nero di lutto.
Il Vescovo ha rivisto piacevolmente le opere di Cilia, di cui già nel 2009 scriveva: “Ciò che mi affascina nelle opere di Franco Cilia sono i colori e la luce, la definizione e l’evanescenza dei corpi, la bellezza e la mostruosità dei volti, il tormento di fronte agli orrori del mondo e la serenità del sogno e del desiderio, l’ansia di svelare il senso nascosto delle cose e la tensione ad esprimere ciò che non può essere mai pienamente espresso”; Andrea Guastella, curatore della mostra, ha presentato al Vescovo, le tele di Carta, il quale ha gradito la grafica digitale con cui l’artista riesce a descrive il tema dell’immigrazione, legato al rapporto con il mare, e ha spiegato anche il significato delle tele degli artisti che hanno donato le loro opere (Gaetano Angiletti, Gianni Campo, Alessandro Cataudella, Ivo D’Orazio, Mariella Guastella).
Il Vescovo è stato felice di poter vivere questi attimi di fratellanza, tra popoli di diversa nazionalità, riuniti tutti insieme nello stesso luogo, carico di colori e di forti sentimenti, merito del Festival delle Relazioni, e nello stesso tempo ha espresso la sua approvazione per l’utilizzo di Palazzo Garofalo, per l’esposizione di opere d’arte, augurandosi che un domani possa divenire officina di restauro di alto livello.
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