Un’ordinanza val bene una messa

L’Italia: il Paese della cultura, dell’arte, del sole e del buon cibo. E delle ordinanze. Mai tante come durante questo terribile periodo di pandemia.  E a scanso di equivoci lo diciamo immediatamente: quasi tutte estremamente utili e sacrosante.

Gli amministratori locali intervengono laddove sentono un vuoto e ritengono in qualche modo di dover mettere una pezza. Fanno quel che possono. Alcuni hanno deciso di chiudere le scuole giusto per una settimana, almeno per permettere la sanificazione profonda dei locali, com’è successo a Ispica e Monterosso. Altri, cercano di vietare gli assembramenti in alcune zone della propria città, come a Comiso.

A Modica ieri, in ordine di tempo, l’ultima ordinanza: i bar e i ristoranti devono ritirare le sedie e i tavolini. E ciò naturalmente perché la gente, nonostante gli esercizi commerciali in questione siano chiusi e possono fare solo l’asporto, si assembrano ugualmente davanti alla porta. Per fare cosa? Non si sa. Abitudini radicate che è difficile evidentemente togliere in pochi mesi, nonostante una pandemia galoppante.

Ci chiediamo: ma davvero c’è bisogno di una miriade di ordinanze affinchè le persone adottino un comportamento responsabile? Non era chiaro che se l’esercizio commerciale viene chiuso, non è per l’esercizio in sé, ma per evitare veicoli di contagi dovuti all’assembramento? E allora che senso ha mettersi davanti ad un bar chiuso in gruppo? Davvero c’è bisogno di una ordinanza per far capire alla gente un concetto che si cerca di inculcarci sin da quando la pandemia è iniziata?

 

Che i decreti del Governo Conte abbiano scontentato tutti, non ci piove. Diciamoci la verità: non si ha il coraggio di istituire un nuovo lockdown, perché né l’Italia né il mondo intero può permetterselo, e non si ha il coraggio di colpire veramente gli obiettivi sensibili. Che non erano né i ristoranti o i bar in sé, e nemmeno le attività commerciali o le scuole.  E’ stato dimostrato, infatti, che in ambienti controllati, laddove si rispettano le regole veramente (mascherine, sanificazioni e lavaggio frequente delle mani), il virus viene contenuto abbastanza bene. Il problema vero, è fuori: è fuori dai ristoranti, è fuori dai bar e dai locali, è fuori dalle aule scolastiche. E si continua a non avere il coraggio di intervenire seriamente con provvedimenti quali multe e sanzioni: molti, infatti, hanno più volte gridato allo scandalo e si è spesso parlato di limitazioni alle libertà personali. Dunque, per evitare di incorrere in questo tipo di inconveniente, si colpisce nel mucchio e così si chiudono i locali, quando in realtà il problema non erano i locali, ma la gente che si assembrava davanti. Il problema non è la scuola, ma il trasporto scolastico, decisamente inadeguato in queste circostanze, e il post scuola. Chi controlla cosa fanno i ragazzi fuori dalle aule scolastiche? Neanche i genitori.

D’altra parte, il governo ha pensato di chiudere gli istituti superiori per arginare il contagio, contando sul fatto che i ragazzi più grandi sono in grado di poter rimanere soli a casa, cosa che non è possibile coi bambini più piccoli. Chi avrebbe sostenuto questi genitori che, giustamente, devono andare a lavoro? A questo ha portato la nostra scarsa sensibilità civica e il nostro continuo gridare al complotto: perché è stato veramente un’inutile perdita di tempo affidarsi al buon senso degli italiani durante il periodo estivo (e a dire la verità, anche adesso) perché ci sembra proprio che la storia di questa pandemia racconta una verità ineluttabile: si può arginare solo con i decreti restrittivi e le ordinanze. Ordinanze, tra l’altro, inutili se nessuno poi controlla che vengano realmente rispettate.

Dei complotti

In virtù di questo argomento fin’ora esposto, è chiaro che la linea di Governo non è stata quella di volerci “chiudere in carcere” o “farci fallire economicamente”. Tutto il contrario. Proprio perché siamo in ginocchio e secondo le stime degli economisti solo per riprenderci dal primo lockdown di marzo ci vorranno almeno due anni, il governo le sta tentando tutte per cercare di non chiuderci di nuovo. D’altra parte, se fosse tutto un complotto, dovremmo chiederci: quale vantaggio ne stanno traendo i politici o gli industriali? I politici, non ci stanno guadagnando niente, tranne il fatto di essere estremamente impopolari e di perdere sicuramente le prossime elezioni. I grandi gruppi industriali hanno perdite economiche importanti e chiedono in ginocchio, implorano che non vi sia un altro lockdown. Tranne Amazon, non ci risulta che ci siano altri gruppi industriali che ci stiano guadagnando con la pandemia. Se vogliamo credere ai poteri forti, proviamo a fare un ragionamento inverso: a loro fa comodo non che la gente stia in casa a prendere sussidi per restare chiusi, ma che invece esca e vada a lavorare. E allora, se chi grida al complotto, fosse invece lui stesso vittima del complotto? Forse sono proprio tutti coloro che credono di essere ingannati dal grande complotto a essere i veri ingannati. E sono ingannati da quelli che non vogliono il lockdown, da quelli che diffondono fake news per spingere la gente ad andare a lavorare, nonostante la pandemia. Ma noi, non credendo ai complotti, rifiutiamo anche l’idea che possano esistere i poteri forti. Il governo ha dimostrato di non saper decidere. Ha dimostrato di non voler chiudere di nuovo tutto ma allo stesso tempo la risposta di tante persone è sempre la stessa: il complotto. Ora più che mai, tutto dipende da noi. E noi non siamo foglie nel vento, possiamo decidere del nostro destino. Basta semplicemente cambiare i nostri comportamenti.

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