TANTO DIVERTIMENTO VENERDI’ SERA CON “LUSTRU DI LUNA”

Il teatro di Piazza Mercato Vecchio a S. Croce ha accolto ieri sera la Compagnia Teatrale “La Giara” di Giarratana. Per il secondo appuntamento della Rassegna Teatrale “Tano Rizzo” gli attori hanno deciso di portare in scena la commedia brillante in due atti di Angelo Scammacca “Lustru di Luna”.

Nello studio del notaio Torrini, arrivano per primi il Signor Sgroi N’Toni e la moglie accessoriata di corni rossi e maglietta leopardata Mimma. Sono i primi “eredi” del fantomatico zio Neddu Scuderi, che risulta scomparso dalla pensione in cui soggiornava. Gli altri nipoti che vengono contattati dal notaio Torrini, che deve preparare i documenti per la suddivisione della ricca eredità, sono Sgroi Venera e il marito Janu Micalizzi e Sgroi Candeloro con la moglie Mara.

Oltre ad essere accolti dal notaio, nello studio come aiutante c’è Febronio, che seduto alla sua scrivania, come un grillo parlante commenta tutte le azioni di questi presunti eredi che si avvicendano, divertendo così il pubblico.

Alla fine del secondo atto, dopo una processione stile venerdì di Pasqua dietro la foto dello zio che avevano ritenuto morto, il notaio Torrini inizia a chiarire tutto. Il famoso zio Neddu, del quale ogni nipote aveva dato una descrizione contrastante, non era altro che Febronio. Il motivo della sua fuga era legato al fatto che era venuto a conoscenza di un figlio che non aveva mai conosciuto.

La commedia si chiude con una scena di pathos, durante la quale Febronio fa la morale ai nipoti solo interessati alla ricca eredità che gli avrebbe dovuto lasciare, ma ad ereditare sarà il notaio Torrini, quel figlio oramai ritrovato, e Filomena, la donna delle pulizie con problemi economici e ben tre figli.

Per i nipoti Febronio lascia “un bel ricordo da tenere per tutta la vita”, “con questo lustru di luna” a loro non resta altro che “stuiarsi lu mussu”.

Inoltre, continuerà stasera la Rassegna Teatrale “Tano Rizzo” con la comicità della commedia “U Califfu” della Compagnia “Teatro degli archi” di Comiso.

 

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