SHYLOCK

Oggi, 27 gennaio, Giornata della Memoria, desidero rammentare uno dei grandi personaggi shakespeariani, divenuto proverbiale: Shylock, antagonista nell’opera di William Shakespeare (1564-1616)  Il Mercante di Venezia.

La Storia  ci racconta di molte persecuzioni contro gli ebrei che con alterne vicende si sono visti defraudati, cacciati dalla loro patria e anche soppressi.

Nell’opera dell’autore inglese, Shylock viene dipinto come un ebreo avaro, che pensa solo  al denaro, cattivo e vendicativo. Emerge l’antisemitismo più o meno espresso, come sempre, attraverso millenni. Un brevissimo riassunto dell’opera teatrale, prima di citare un paio di brani, che fanno comprendere l’atteggiamento di Shylock. Antonio è il protagonista ossia il Mercante di Venezia. Ha un amico carissimo, Bassanio, pretendente di Porzia, signora di Belmonte, cui chiede ad Antonio 3000 ducati. Antonio ha i suoi capitali investiti  nei commerci e sa che entro un mese potrà avere contanti a volontà, ma non subito. Si rivolge allora all’ebreo Shylock, che glieli dà, ma  a garanzia, se entro tre mesi non avesse onorato il debito, avrebbe dovuto dare al creditore una libra della sua carne. Antonio accetta senza pensarci un attimo, ma allo scadere dei termini il denaro non è ancora stato restituito.

A quel punto, Shylock pretende il pagamento della carne. Toglie d’impaccio Antonio, l’amica Porzia, travestita da avvocato, che riesce a scongiurare tutto e fa perdere all’ebreo anche il dovuto.

Ecco l’invettiva di Shylock quando Antonio chiede il prestito:

Signor Antonio, più e più volte a Rialto mi avete biasimato per i miei danari e per i miei interessi; ed io ho sopportato tutto con una paziente alzata di spalle, perché la sopportazione è il distintivo di tutta la nostra la nostra razza.

Mi avete chiamato miscredente, un cane di strozzino, ed avete sputato sul mio gabbano di ebreo; e tutto ciò per l’uso che fo di quel che è di mia proprietà.

Ebbene, ora pare abbiate bisogno del mio aiuto.

Avanti, dunque!

Voi venite da me e mi dite: Shylok, vorremmo avere del denaro.

Così voi dite, voi che avete schizzato il vostro moccio sulla mia barba e mi avete allungato una pedata, come quando scacciate un cagnaccio randagio dalla soglia della vostra casa.

E mi chiedete del denaro!

Che cosa dovrei rispondervi?

Non dovrei forse rispondervi: “Ha forse del  denaro un cane? E’ mai possibile che un cane possa prestare tremila ducati?”

Oppure dovrei inchinarmi fino a terra e col tono di uno schiavo, col fiato mozzo, con umili mormorazioni dirvi: “Caro signore, mercoledì, mi avete sputato addosso, il tal giorno mi avete preso a pedate, un’altra volta mi avete chiamato cane…

E per queste cortesie vi presterò una così grande somma?”

 

Ma sarò gentile.

Venite con me da un notaio; firmatemi, soltanto voi, l’obbligazione; e, per puro scherzo, se voi non mi rimborserete per tal giorno e in tal luogo, quella somma o quelle somme, come sarò dichiarato nel contratto, l’ammontare della penale sarà rappresentato dalla vostra bella carne… da tagliarsi e da prendersi in quella parte del vostro corpo che mi andrà più a genio.

 

Salerio, un amico di Antonio e Bassanio chiede a Shylock cosa se ne farebbe della carne di Antonio se il Mercante non potesse  onorare il debito.

Per farne cosa? Esca per i pesci: Non cibasse altro, sazierà almeno la mia vendetta.

Mi ha fatto cadere in disgrazia, mi ha impedito un guadagno di mezzo milione, si è burlato delle mie perdite, ha schernito i miei profitti, ha disprezzato la mia gente, ostacolato i miei affari, raffreddato i miei amici, riscaldato i miei nemici.

E che motivi aveva? Sono un Ebreo!

Perché: un ebreo non ha occhi? Non ha mani, organi, sensi, affetti, passioni; non è nutrito dallo stesso cibo, ferito dalle stesse armi, soggetto alle stesse malattie, curato con le stesse medicine, infreddolito dallo stesso inverno, scaldato dalla stessa estate come lo è un cristiano?

Se ci pungete non ci esce sangue?

Se ci fate il solletico, non ci viene da ridere?

Se ci avvelenate, non moriamo anche noi?

E se ci fate torto, non dovremmo vendicarci?

Se siamo simili a voi in tutto il resto, vi rassomiglieremo anche in questo.

Se un ebreo fa torto a un cristiano, qual è la sua mansuetudine? La vendetta! E se un cristiano fa torno a un ebreo, quale tolleranza dovrà dimostrare  l’ebreo, sull’esempio del cristiano?

Semplice: la vendetta!

La malvagità che voi mi insegnate, io la metterò in atto; e per quanto difficile, saprò superare i maestri.

 di Adelina Valcanover

 

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