SFIGMO E FONENDO

Negli ultimi mesi, sia sulla stampa “laica” che su quella “specialistica” è comparsa con gli ovvi commenti, una lettera aperta rivolta ai Cittadini Siciliani a firma di alti Dirigenti Regionali dell’Assessorato Regionale alla Salute. La Dr.ssa Borsellino, Dirigente Generale, il Dr. Maiorca, Capo della Segreteria Particolare e il Dr. Aliquò, Capo della Segreteria Tecnica dichiarano: “Rompiamo, nostro malgrado, il riserbo… sentiamo il bisogno di esprimere tutto il nostro disagio per equazioni tanto facili quanto superficiali, per la mortificazione nel subire una retorica buona solo per apparire e per il cinico qualunquismo con il quale si finisce per alterare la realtà dei fatti e dei risultati… affrontando e vincendo resistenze di ogni genere. Da quattro anni abbiamo avuto la possibilità di lavorare alla ristrutturazione di un sistema che faceva acqua da tutte le parti. Ci saremmo aspettati supporto, incoraggiamento, analisi lucide e critiche costruttive… non abbiamo visto questi rappresentanti della società civile, a vario titolo, né i media, fermarsi serenamente a riconoscere e a far conoscere i fatti né apprezzare i risultati, riconosciuti e validati da Ministeri, fondazioni e Centri Studi Universitari”.

Si chiedono, gli estensori della lettera: “A chi giova interrompere questi risultati? A chi giova non alimentare la fiducia in una Sicilia capace di farcela da sola…? A chi giova parlare sempre di mafia in Sicilia e non parlare mai dei Siciliani che la mafia la combattono ogni giorno facendo semplicemente il proprio dovere?

Continuano: “L’autonomia è una responsabilità, individuale e collettiva, da costruire. Per questo, consapevoli di valori condivisi da e con i nostri padri, chiediamo e speriamo che il metodo di lavoro dell’Ass. Massimo Russo possa contribuire a cambiare in meglio la cultura della gestione della cosa pubblica. Siamo certi del resto, che dinanzi all’oggettività di eventuali fatti incompatibili con questi valori anche le scelte dell’Ass., cui fino ad ora abbiamo chiesto di restare, non potranno che essere consequenziali. Abbiamo lavorato con Lui per istituire un presidio di legalità, sostituendo la cultura del favore con quella del servizio pubblico… nel frattempo continuiamo ad onorare le nostre vittime della mafia, facendo il nostro dovere… lavorando per la Sicilia e i Siciliani”

Concludono: “Testimoni di un cambiamento possibile, chiediamo alla Società Civile, in tutte le sue componenti, di comprendere il lavoro svolto, di giudicare obiettivamente i risultati ottenuti e di poter continuare a lavorare, uniti, per completare e migliorare il percorso di riforme già iniziato”.

Fin qui la lettera, difficile da commentare in toto per chi non conosce le cose “Palermitane” nei suoi passaggi più criptici; di certo la Sicilia ha superato la prova del Piano di rientro cosa che non tutte le Regioni “canaglie” (come sono state definite quelle in deficit) hanno saputo fare e di certo sono state fatte scelte importanti, a volte impopolari che hanno salvato il Servizio sanitario nella nostra Isola oltre a scelte innovative (PTA, PPI su tutte ) che devono essere metabolizzate da Noi operatori e dai Cittadini. E’ sicuro che l’opera deve essere completata, continuata e aggiornata alle nuove e continue esigenze della nostra gente, ma rimangono alcune incompiute di cui il territorio è lo specchio più palese e chi lavora in prima linea le subisce più di altri e mi riferisco ad un Privato accreditato a volte non sussidiario o complementare, ma ingiustamente concorrenziale che sposta troppe risorse destinate al Pubblico, impoverendolo sia in termini di risorse che di professionalità.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it