SFIGMO E FONENDO

Se ne parla sempre più insistentemente nel setting Medico, dei livelli nel plasma dell’omocisteina, mentre ancora è sempre il colesterolo il fattore di rischio più conosciuto e chiacchierato nell’opinione pubblica.

Elevati livelli di omocisteina sono associati ad eventi vascolari sia nel settore venoso (tromboflebiti ed embolia polmonare) che nel versante arterioso (ictus, sindrome coronarica acuta) però ancora non c’è unanimità nel riconoscerlo come fattore di rischio piuttosto che come indicatore di danno vascolare. Gli eventi cardiovascolari maggiori sono tanto più numerosi  quanto più elevati sono i livelli di omocisteina, anche se appunto non c’è accordo totale tra gli studiosi; l’omocisteina viene convertita in metionina o in cisteina e i suoi livelli sono condizionati dall’alimentazione e dalla genetica.

Una alimentazione ricca di verdure fresche che contengono folati e vitamina B6 e B12 oppure la somministrazione di queste vitamine riduce i livelli di omocisteina mentre alcuni mutazioni genetiche, che da noi è possibile indagare presso il Centro trasfusionale nel corso dello screening trombofilico, possono causarne l’aumento.

Molti studi indicano che l’omocisteina è tossico per le cellule del’endotelio , cioè lo strato più interno delle nostre vene e arterie, quello a diretto contatto con il sangue che vi scorre, che è sempre più considerato quasi un organo a parte, non fosse altro che per la sua estensione e diffusione.

Un eccesso di omocisteina accentua il cosiddetto stress ossidativo,favorisce il danno endoteliale e quindi accelera l’aterosclerosi;è ampiamente dimostrato invece che un aumento di omocisteina interagisce in modo negativo con gli altri ben noti fattori di rischio come fumo,ipertensione arteriosa e ipercolesterolemia.

E’ altresì certo che assumere acido folico (1-5 mg/die), vitamina B6 (5-50 mg/die) e B12 (0,02-1 mg/die) riduce i livelli di omocisteina del 20-50% rispetto ai livelli precedenti il trattamento;negli Stati Uniti nel 1998 si è deciso di fortificare le farine con acido folico sia per prevenire le malattie del tubo neurale (una malformazione congenita) che per ridurre gli eventi cardiovascolari. Questa supplementazione ha ridotto i difetti di chiusura del tubo neurale (ecco perché viene prescritto l’acido folico in gravidanza) mentre non è ancora noto l’effetto sulle patologie cardiovascolari.

Sono in corso parecchi studi per verificare il nesso tra carenza di folato, aumento dell’omocisteina e danni vascolari mentre è risaputo che diabetici, donne in gravidanza, ipercolesterolemici  e soggetti portatori di mutazioni genetiche hanno un fabbisogno maggiore di acido folico proprio per fare fronte al maggiore stress ossidativo dell’endotelio che predispone all’aterosclerosi.

Il tema è quindi sempre quello della corretta gestione degli stili di vita, non fumare, meno grassi, più frutta e verdura, più attività fisica per volerci bene di più e per affrontare al meglio le patologie dell’età avanzata.

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