SFIGMO E FONENDO

 

Il rischio cardiovascolare è la probabilità che ha ognuno di noi di sviluppare un “evento cardiovascolare maggiore” quale può essere un infarto o un ictus nei prossimi dieci anni;è un importante indice di prevenzione che tiene conto della complessità dei fattori di rischio che ognuno di noi ha. Per valutare questo rischio si utilizzano funzioni matematiche dalle quali sono stati elaborati due strumenti di valutazione del rischio e cioè le carte del rischio ed il punteggio individuale che potete trovare su www.cuore.iss.it.

Le carte del rischio prendono in considerazione sei fattori di rischio:

a) genere: uomo o donna;

b) diabete:diabetico o no ove per diabetico si intende chi fa uso di insulina o di terapia orale con farmaci ipoglicemizzanti od ancora ha una glicemia a digiuno superiore a 126 in due misurazioni consecutive nell’arco di una settimana.

c) età: 40/49; 50/59; 60/69;

d) abitudine al fumo:fumatori e non fumatori ove per fumatore si intende chi fuma almeno una sigaretta al giorno o ha smesso da meno di dodici mesi e per non fumatore chi non ha mai fumato o ha smesso da più di 12 mesi;

e) pressione arteriosa sistolica: cioè la massima tra 90 e 130, tra 130 e 150, tra 150 e 170 e tra 170 e 220;

f) colesterolemia: tra 130 e 174, tra 174 e 213, tra 213 e 252, tra 252 e 291 e tra 291 e 320.

Bisogna prima inserire il sesso, lo status di diabetico o no e di fumatore o no, quindi identificare il decennio dell’età e mettersi in corrispondenza dei valori di pressione e colesterolo; ci sono sei gruppi di rischio dal 5% fino  ad oltre il 30% e la categoria del rischio indica quante persone su 100 con quelle stesse caratteristiche potrebbero ammalarsi nei 10 anni successivi.

Il punteggio individuale è più preciso perché inserisce altri due fattori di rischio e cioè la terapia antipertensiva, che conferisce una validità diversa ai valori pressori e il colesterolo HDL meglio conosciuto come colesterolo buono. Anche questo strumento stima la probabilità di avere nei successivi dieci anni un evento cardiovascolare maggiore ed è da preferire perché considera due fattori in più, offre una stima più puntuale e continua del rischio cardiovascolare e può essere usato a partire dai 35 anni mentre le carte del rischio partono dai 49 anni; per questo i risultati possono essere leggermente diversi.

Le limitazioni all’uso sono lo status di donna in gravidanza e valori di pressione sistolica oltre i 200 e sotto i 90 e di colesterolo totale oltre 320 e meno di 130.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it