SFIGMO E FONENDO

 

Uno dei temi più dibattuti nel panorama delle scienze nutrizionali è quello dell’uso degli antiossidanti alimentari per fini salutistici e per prevenire le patologie croniche dell’invecchiamento.L’EFSA (Agenzia Europea per la sicurezza alimentare) ritiene che sia più corretta la dizione di “protezione delle cellule dallo stress ossidativo” per alcune vitamine (la E, la C e la riboflavina), per alcuni elementi presenti in traccia (selenio, rame e zinco) e per i polifenoli dell’olio d’oliva che proteggono solo dall’ossidazione delle LDL ovvero dal colesterolo cosiddetto cattivo. Sono stati bocciati quali “antiossidanti” il coenzima Q10, il licopene e i beta caroteni ed essendo stato recepito questo orientamento dal Regolamento della Commissione Europea, parecchi integratori non potranno vantare il titolo di “antiossidanti” e questa decisione non è di poco conto in un mercato molto vasto.

Il termine “antiossidante” si riferisce alla capacità di una qualsiasi sostanza di limitare o ridurre i danni indotti dallo stress ossidativo ove per stress ossidativo si intende uno sbilanciamento tra molecole ossidanti e difese antiossidanti;il corpo libera come sottoprodotti del proprio metabolismo dei radicali liberi, che derivano anche dal cibo che mangiamo,dall’aria che respiriamo,dall’azione della luce solare e quando questi diventano eccessivi o si riducono le difese antiossidanti , si crea un danno ossidativo che può portare a morte o invecchiamento le cellule. Queste ultime hanno delle difese interne, “endogene” quali ad esempio il glutatione, che appunto proteggono le cellule dallo stress ossidativo ma l’alimentazione ha un ruolo fondamentale nel mantenere queste difese antiossidanti.

La Commissione Europea ha promosso come nutrienti capaci di “contribuire alla difesa dai danni ossidativi” a)la vitamina E la cui carenza può determinare neuropatie periferiche e retinopatie e tale vitamina è ritenuta insostituibile nella protezione del danno cellulare; b) la vitamina C che è uno dei più potenti “antiossidanti” e che gioca un ruolo fondamentale nella biosintesi di collagene (articolazioni e legamenti), della carnitina (muscoli compreso il cuore) e di alcuni neurotrasmettitori ;c) la riboflavina o vitamina B2 che è un precursore di importanti coenzimi.

Come detto anche alcuni microelementi sono stati promossi come fattori nutrizionali che possono ridurre lo stress ossidativo delle cellule e cioè il processo del loro invecchiamento e sono a) il selenio che interferisce con l’antiossidante endogeno glutatione favorendone l’azione; b) lo zinco che partecipa in modo molto variegata alla difesa del corpo,stimolando vari enzimi antiossidanti; c) il rame anch’esso necessario alla salute di ogni organismo vivente. Questi alimenti devono essere assunti necessariamente con la dieta; altri antiossidanti diretti o indiretti sono presenti nella frutta e nelle verdure e tra questi i polifenoli tra cui molto studiati e noti sono le antocianine e le procianidine del mirtillo, le catechine del tè,il resveratrolo,la curcumina presente nel curry,uno stilbene dell’uva e delle arachidi chiamato epigallo-catechin-3-gallato. Sono tutte sostanze che riparano le cellule,amplificano le difese antiossidanti endogene e inibiscono le molecole infiammatorie;l’EFSA ,caso unico, ha riconosciuto un’azione protettiva dal danno ossidativo anche ai polifenoli contenuti nell’olio d’oliva,un alimento caratterizzante la nostra dieta.

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