Scoperte 30 tombe in quella che è la necropoli di Scoglitti

Viene alla luce la necropoli di Scoglitti. In via Capri, via Villaggio Flora e in via Villaggio Kamarina sono statescoperte circa trenta tombe risalenti all’antica necropoli settentrionale di Camarina. 

Si tratta della terza necropoli di Camarina, dopo Passo Marinaro e Rifriscolaro. Queste ultime due sono state esplorate e scavate negli ultimi decenni. La terza necropoli di Scoglitti, l’unica che sorgeva al di là del fiume Ippari (un tempo navigabile) era rimasta finora quasi inesplorata, pur se conosciuta anche da Paolo Orsi, se si eccettuano alcuni scavi negli anni 80 del secolo scorso. 

La zona purtroppo è oggi fortemente urbanizzata. Lì è sporto il cimitero di Scoglitti ma anche le numerose abitazioni che hanno allargato la cintura urbana di Scoglitti nella seconda metà del secolo scorso.

Oggi, grazie ai vincoli imposti nell’area, la Soprintendenza di Ragusa sta intervenendo per tutti i nuovi lavori che si stanno realizzando (sia di costruzione che di trasformazione) avviati da privati in lotti o in abitazioni private. Sono state imposte sorveglianze archeologiche o scavi preventivi che, sin dal 2012, hanno permesso di fare altre scoperte e conoscere qualcosa in più sulla necropoli e sulle sue sepolture.

Il clou è avvenuto proprio negli ultimi mesi, con alcuni scavi in via Capri nella scorsa primavera e – più di recente – con gli scavi al Villaggio Flora e in via Villaggio Kamarina. “Gli ultimi scavi – spiega l’archeologo Saverio Scerra, dirigente della sezione Beni archeologici della Soprintendenza – hanno permesso di recuperare al patrimonio pubblico una buona quantità di beni archeologici”.

Scerra ha coordinato le operazioni di scavo insieme all’archeologo Nucolò Bruno. Venerdì sera i risultati degli scavi sono stati resi noti dallo stesso Scerra nel corso di una conferenza pubblica organizzata dal Club Nautico e dal comune di Vittoria, alla presenza del sindaco Francesco Aiello e dell’assessore alla Cultura, Paolo Monello.

Al Villaggio Kamarina i rinvenimenti di giugno e luglio. Vi sono corredi di kekytoi con amazzoni o donne

“Al Villaggio Kamarina, i rinvenimenti sono praticamente di qualche giorno fa – ha detto Scerra – risalgono infatti agli scorsi mesi di giugno-luglio. In via Villaggio Flora sono tornate alla luce tombe greche cosiddette alla cappuccina di cui alcune di infanti con corredi di lekythoi attiche raffiguranti Amazzoni a cavallo o donne alla fontana, statuette, di cui con fanciullo disteso su una kline e un’altra raffigurante una colomba. Il rinvenimento nel sito di vasi attici trovati nel sito anche nel corso di altre campagne di scavo regolari e di scavi di fine Ottocento, dimostrano un certo livello di ricchezza degli inumati nonché confermano la rilevante presenza di Camarina nei mercati mediterranei di età tardo-arcaica e classica e soprattutto il suo ruolo nella commercializzazione dei manufatti del “Ceramico di Atene”di cui si ha ampia attestazione anche nella meglio nota necropoli di Passo Marinaro. Abbiamo rinvenuto anche un sarcofago integro, il frammento di un altro e alcune sepolture in anfore importanti, provenienti da Atene, gli “enchytrismoi”.

Trovati anche preziosi vasi attici, gli enchitrismoi, e una maschera silenica

La presenza di ceramiche di pregio provenienti da Atene testimonia il rapporto costante tra l’area di Kamarina, nel suo periodo più florido. Si tratta di ceramiche preziose quasi certamente utilizzate dai ceti più abbienti dell’importante città greca di Kamarina. Lo scavo era coordinato da Nicolò Bruno. “Qui sono venute alla luce – ha detto Scerra – unadecina di sepolture alla cappuccina e ad enchytrismos, che hanno restituito altra suppellettile di età greca e anfore vinarie di importazione, di rara tipologia, non attestate nelle altre necropoli camarinesi. In questo tratto della necropoli è stato rinvenuto anche un piccolo recinto circolare in pietra, utilizzato forse per un rituale di inumazione e all’intorno frammenti di rari manufatti tra cui un frammento di una maschera silenica dei tipi noti da scavi gelesi”. In via Capri, il 25 aprile scorso, quando gli scavi erano quasi conclusi, sono entrati in azione i tombaroli che hanno depredato e danneggiato le tombe. . Questo nell’area di via Capri è il sito in cui malauguratamente, nelle giornate in prossimità dello.

“Ad esclusione di una regolare campagna di scavi condotta nel 1986, la necropoli di Scoglitti fino ad oggi non è stata mai esaustivamente esplorata – ha aggiunto Scerra – al contrario di quanto invece avvenuto a Passo Marinaro e Rifriscolaro, le altre due necropoli di Camarina. Purtroppo le attività predatorie che si già si registravano alla fine dell’Ottocento, continuate nel secolo scorso e la forte urbanizzazione dell’area tra la foce dell’Ippari e le propaggini meridionali del moderno abitato, hanno parzialmente compromesso l’integrità della necropoli. Oggi, grazie ai vincoli imposti nell’area e alla sorveglianza archeologica e gli scavi preventivi, sin dal 2012, si aprononuovi spiragli di conoscenza sulla necropoli e sulle sue sepolture, recuperando al patrimonio pubblico una buona quantità di beni archeologici”.

I reperti trovati nella necropoli di Scoglitti potrebbero permettere di riscrivere la storia di Scoglitti e del suo territorio. Da tempo si discute e ci si interroga sull’eventuale pres4enza, già nel peripodo più florido di Kamarina, si un nucleo abitativo a Scoglitti o almeno della presenza di un’area artigianale vicina al porto che doveva sorgere in corrispondenza della foce dell’Ippari 8anche se non si sap per certo quale fosse, in quel periodo, il corso del fiume). 

I reperti potrebbero essere valorizzati e musealizzati a Scoglitti. Il sindaco e l’assessore Monello hanno assunto impegno in questa direzione. Il sindaco Aiello ha anche annunciato la sua volontà di proporre al Parco Riserva del Pino d’Aleppo (che coincide con il territorio del fiume Ippari) di stanziare dele somme per aiutare il lavoro della Soprintendenza e valorizzare il patrimonio archeologico di questo lembo del territorio ibleo.

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