Scomparsa di Daouda Diane, l’appello di Don Ciotti: “Chi sa parli”

Era il 2 luglio 2022 il giorno in cui Daouda Diane scomparve da Acate. Da allora, nessuna notizia. Il mediatore culturale originario della Costa D’Avorio è stato come inghiottito dalla terra: nessuna notizia, nessun avvistamento, solo tanti appelli da parte di familiari, amici. Perfino la moglie e la figlia, dalla Costa D’Avorio, hanno fatto un accorato appello affinchè non calasse il sipario su questa misteriosa vicenda. Don Luigi Ciotti, che con Libera ha sposato questa importante causa, ha rivolto dalle colonne di Repubblica Palermo un accorato alle istituzioni a non smettere di cercare la verità su quanto accaduto a Daouda che, dopo aver girato il video in un cementificio è sparito nel nulla.

L’APPELLO DI DON CIOTTI

L’appello di don Ciotti è rivolto a tutti. Ai magistrati che hanno in mano l’indagine, agli abitanti di Acate. “Chi sa parli. Voglio tornare ad Acate con grande rispetto per la gente, con i piedi per terra, con grande umiltà perché tutti – nessuno escluso – siamo chiamati a portare il nostro contributo”, spiega Don Ciotti a “Repubblica”.

Inoltre, Don Ciotti lancia un altro appello: “Almeno diteci dove lo avete sepolto. Diteci dove si trova il suo corpo perché possiamo tutti fermarci, interrogarci, guardarci dentro”.

Libera che da tanti anni ormai opera anche in Africa continuerà a stare accanto alla famiglia di Daouda. Lo stesso Ciotti, a fine maggio, è arrivato a Grand Bassam, in Costa d’Avorio, per fare visita alla moglie Awa e alla figlia, anche loro alla ricerca instancabile di giustizia.

Daouda voleva tornare dalla sua famiglia, voleva tornare nel suo Paese d’origine. L’aveva deciso a luglio dell’anno scorso.

Presto, inoltre, intende ritornare ad Acate. La sua ultima visita è stata in occasione del 1 maggio, festa dei lavoratori, dove si è recato proprio nella città in cui viveva Daouda per parlare ai cittadini e chiedere a chiunque sappia la verità, di parlare.

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