“Principianti” ovvero la complessità delle relazioni umane

Principianti ovvero la complessità delle relazioni umane. Dopo il debutto di successo, avvenuto l’11 maggio scorso, a Vittoria, nell’ambito della rassegna teatrale Riunione di condominio, per lo spettacolo in tre atti firmato dal Collettivo ConTatto è arrivato il tempo della tournée, all’interno dei palazzi barocchi, neoclassici e liberty della provincia ragusana.

 

Il testo di Principianti è ispirato al mondo poetico dello scrittore statunitense Raymond Carver, il riconosciuto maestro del minimalismo letterario. La messa in scena è interpretata da sette attori, tutti della terra iblea: Cinzia Aronica, Francesco Savarino, Paola Tommasi, Carmelita Lombardo, Andrea Cannizzo, Lillo Puccio e Chiara Cilia.

 

Lo spettacolo, autoironico sin dal titolo, della durata di 50 minuti, è influenzato da un dipinto della stessa Tommasi e porta sulla scena la difficoltà delle “relazioni pericolose”. La tela, ricca di forme geometriche circolari dai colori caldi, è popolata da figure di amanti, nelle complesse e varie forme dell’amore. La struttura di Principianti si dipana in tre quadri. Tre atti per raccontare, attraverso scenari minimalisti, un modo inedito d’intendere i sentimenti. La produzione dello spettacolo è curata dal Collettivo ConTatto, un’associazione culturale vittoriese nata nel 2014, per promuovere un teatro esperienziale e di ricerca. La messa in scena è di Cinzia Aronica. L’attrice, insieme a Francesco Savarino, ha scritto anche il testo di Principianti. Le luci e l’audio sono di Daniela Sanfilippo. I costumi originali sono realizzati da Stefania Novara e Giusi Piccione.

 

La prima replica si è tenuta all’inizio di giugno, sempre in provincia di Ragusa, nel Palazzo neoclassico Vitale-Ciarcià di Santa Croce Camerina.

 

Il terzo appuntamento è previsto ancora a Vittoria, lunedì 5 giugno 2017. All’interno del Palazzo Busacca, in via Cavour. Un esempio del liberty del centro storico vittoriese.

 

La scena di Principianti è dominata da una scala di alluminio. Vero e proprio Totem dello spettacolo. Una scala, allo stesso tempo mobile ma anche catalizzatrice di emozioni, che diventa personaggio. I sette attori si presentano al pubblico aggrovigliati. Dirigendosi incantati verso un punto indefinito. Senza mai perdere il contatto, gli uni con gli altri. Da un gruppo informe, si separano le coppie. Che animano i numerosi quadri che compongono lo spettacolo.

 

Il primo atto racconta la storia di una coppia che vive la routine della relazione matrimoniale. I vicini partono per un viaggio. I protagonisti devono prendersi cura della casa, del gatto e delle piante. La moglie e il marito, entrando nell’abitazione dei vicini, hanno l’opportunità di vestire i panni degli altri, immaginando una vita mai realmente vissuta.

 

Nel secondo atto, due coppie in un interno domestico. Terry confida agli amici di aver subito l’ossessione amorosa di un suo ex, Carl, morto suicida. Questa confidenza offre lo spunto per un’accesa discussione su un tema complesso: “di cosa parliamo quando parliamo d’amore”.  Un dichiarato omaggio all’universo tipicamente carveriano. Bevendo vino Herb, il marito di Terry, ricorda un aneddoto riguardante il suo lavoro di medico. Parla di una coppia di anziani sopravvissuti ad un pauroso incidente. Il loro amore, fatto di cure e attenzioni, si contrappone al sentimento violento e ossessivo dei giovani sposi.

 

Nel terzo e ultimo atto, una coppia nevrotica viene svegliata nella notte da una donna stralunata, che cerca al telefono un fantomatico uomo, Bad. I due, dopo la chiamata discutono, tra sogno e realtà. Il racconto della dimensione onirica si alterna, istericamente, all’ossessione ipocondriaca. Che si manifesta in una richiesta finale disperata: l’eutanasia di un amore.

 

«La nostra idea di teatro – afferma Cinzia Aronica – è lontana dalla contemporanea necessità di restaurazione del teatro borghese. Noi portiamo, letteralmente, il teatro nelle case della gente. Portiamo il teatro dove il teatro non c’è. Fisicamente e culturalmente».

 

Secondo Francesco Savarino, «il teatro, e in particolare quello sociale, rappresenta il medium naturale per affrontare le contraddizioni dei sentimenti. Il motivo è semplice: il teatro è una pratica di convivenza che, nella sua furia iconoclasta, può assumere una dimensione pubblica. Una valenza civile».

 

 

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