PER LA SIMIT INFONDATI GLI ALLARMISMI SULLE INFEZIONI IMPORTATE DAI MIGRANTI

Gli esperti della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) sono intervenuti per ridimensionare i crescenti allarmismi, che rimbalzano quotidianamente sui media, riguardanti i “casi” di Ebola e tubercolosi “veicolati” dai migranti che stanno sbarcando in Italia soprattutto in questi ultimi mesi. La risonanza e l’eco sui rischi di contagi su larga scala, che hanno fatto gridare addirittura a possibili pandemie, sono sproporzionati nonché infondati secondo i massimi esperti italiani in materia. Nonostante dall’Africa meridionale stiano giungendo ingenti gruppi di migranti, laddove è in corso una delle epidemie di Ebola più vaste e prorompenti sinora conosciute, i rischi di un reale pericolo per il nostro Paese sono estremamente basse, sicuramente non dell’ordine di grandezza che serpeggia in certa “informazione” e di conseguenza nella popolazione.

 

Il prof. Antonio Chirianni , vicepresidente del SIMIT spiega: « I migranti clandestini che giungono sulle coste siciliane non rappresentano un rischio di importazione della malattia da virus Ebola: il viaggio che tali individui affrontano per raggiungere il nostro paese è lungo mesi, via terra e via mare e la malattia, che presenta un periodo di incubazione di circa 10 giorni e che da subito è altamente debilitante, impedirebbe loro di arrivare in Italia. E’ improbabile che un soggetto malato e che presenta febbre elevata, diarrea, vomito e manifestazioni emorragiche, possa andare in giro a diffondere l’infezione».

 

Il prof. Chirianni continua: «Oggi non è possibile arrestare la circolazione di uomini e di conseguenza di germi, ma non bisogna creare inutili allarmismi. Le malattie che prevalentemente vengono importate dai paesi riceventi i clandestini, che provengono principalmente dall’Asia e dall’Africa sono rappresentate da Malaria, Tubercolosi, HIV e patologie respiratorie infettive quali la SARS. Se è vero che la SARS è una patologia responsabile di crisi acute, è pur vero che l’immigrato che affronta un lungo viaggio non ne manifesta i sintomi al suo arrivo, essendo una affezione altamente debilitante». Significa che i soggetti che abbandonano la loro terra e riescono a sbarcare sulle nostre coste, avendo affrontato un lungo, estenuante e spossante viaggio, sono gli individui più sani e giovani. «Altre malattie, quali la TBC, la Malaria e l’HIV, endemiche in molti paesi asiatici ed africani, hanno una diffusione più lenta. Il solo modo di contenere le patologie infettive da importazione non è “preoccuparsi” e scatenare “panico” attraverso la diffusione di false informazioni, ma offrire assistenza medica, favorire l’accesso di chi arriva presso le strutture di diagnosi e cura, al fine di consentire una diagnosi precoce ed un eventuale trattamento, garantire le coperture vaccinali nella popolazione ospite. L’OMS già da tempo collabora con le istituzioni italiane per gestire lo stato sanitario dei migranti e tutelare le comunità che li accolgono».

Non c’è un reale pericolo neanche per eventuali contagi dal boom di quest’anno di turisti cinesi, in quanto l’OMS ha disposto presso gli aeroporti controlli clinici dei passeggeri provenienti da località con focolai d’infezione e dei soggetti potenzialmente entrati in contatto con individui infetti.

 

Di contro gli esperti pongono in risalto l’attenzione verso la prevenzione della SARS e sui rapporti sessuali non protetti: «La Cina ha negli ultimi anni promosso una campagna vaccinale per il contenimento di malattie gravi quali l’encefalite giapponese, la malaria resta confinata in alcune aree rurali del sud: tali patologie non sembrano essere ad elevato rischio di importazione da parte dei paesi europei che accolgono individui provenienti dalla Cina. Di maggior rilevanza è il rischio di diffusione della SARS e della nuova SARS (MERS), che hanno colpito e colpiscono Asia e Medio Oriente, con l’arrivo di individui che si spostano per turismo o per lavoro».

Dai dati diffusi a Maggio dalla stessa SIMIT, alla IV edizione della Italian Conference on AIDS and Retrovirus, risulta che in Italia i contagi da Hiv sono in forte aumento con  circa 4000 nuovi casi all’anno, 150mila sieropositivi; boom tra gli omosessuali con un +10/15% nella fascia d’eta’ 16-25. Proprio per questo e per il fatto che in estate aumentano le occasioni di rapporti non protetti anche con stranieri, sono questi i pericoli più incombenti e reali per la popolazione e che devono essere principalmente attenzionati.

(Aggiungo che dalla International Aids Conference di Melbourne appena conclusasi, è emerso che quasi il 50% delle persone sieropositive non sa di essere infetta dal virus Hiv. Ciò crea un drastico calo di attenzione dei comportamenti sessuali dell’inconsapevole paziente facendo aumentare il rischio di infezione nei partners).

 

 

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