NOVECENTO, LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL’OCEANO”

 Testo incredibile “Novecento, la leggenda del pianista sull’oceano “di Alessandro Baricco, interpretato da Alessandro Sparacino in modo sublime  e anche particolare, in quanto non è stato un semplice monologo, ma l’interpretazione di più personaggi della storia grazie ad  un attore , che ha avuto il pregio di costruire atmosfere e luoghi in un tempo delimitato del Novecento italiano, tra i primi del Novecento e gli anni della guerra, quando tutto è finito.

Abbiamo visto lo spettacolo in una chiesa di Modica Alta, San Niccolò ed Erasmo, con una scena sobria ed essenziale, costituita da stracci colorati in marrone ,beige, ruggine. Prevaleva il bianco e nero, colori contrastanti , che hanno reso l’interpretazione centrale e coinvolgente.

Poesia e filosofia i protagonisti della storia, di una vita spesa all’insegna di una scelta dura e veritiera:una nave il luogo in cui si dipana la storia di Novecento, un trovatello che scopre la propria identità attraverso un pianoforte, che suona solo durante i viaggi della “Virginia”, un mezzo per gli emigranti che cercano in America la loro fortuna.
Novecento suona ai viaggiatori  della terza classe, per coloro che hanno una vita difficile: l’emigrazione, gli emigrati sono i fruitori di una musica che non si ascolterà mai a  terra..

Novecento non scenderà mai dalla nave, in quanto non riuscirebbe a vivere sulla terra, e la sua sorte sarà quella di finire insieme alla nave che esploderà alla fine della guerra.

Storia narrata da un trombettista che, insieme a Novecento, vivrà anni difficili ma interessanti, fino al 1936.  Egli racconta le peripezie,ed anche il momento in cui, a trentadue anni, Novecento avrebbe deciso di vedere il mare dalla terra, ma egli non riuscirà a scendere da quel mondo finito, che ha una poppa e una prua, non riuscirà ad abbandonare  gli ottantotto tasti finiti del suo pianoforte, in quanto su essi si esplicita la musica infinita.

Alessandro Sparacino ha il dono di rendere reale la storia, di creare  dialoghi e situazioni, facendoli toccare al pubblico attento e partecipe.

Il mondo infinito, la paura del nuovo, del diverso sono gli elementi che più affascinano in un testo e in un’interpretazione, che ci ha affascinato ed anche coinvolto.

Non ci sono stati momenti di stanchezza, l’attenzione non ha avuto cali di nessun genere. Insomma è uno spettacolo che consigliamo di vedere.

 

 

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