Mentre l’azienda sanitaria continua a rivendicare risultati positivi nella riduzione delle liste d’attesa, sul territorio emergono episodi che sollevano interrogativi sulla reale efficacia del sistema. A portare all’attenzione pubblica una vicenda emblematica è il Comitato Civico Articolo 32, che segnala quanto accaduto nei giorni scorsi a un paziente dell’ospedale di Modica. «La mattina del 16 […]
NON SI CHIUDA CHIRURGIA A SCICLI.
18 Lug 2016 13:17
In merito alla notizia di questi giorni, relativamente alla paventata chiusura del reparto di chirurgia dell’ Ospedale “Busacca” di Scicli, interviene il Presidente della Commissione all’ Ars, On. Pippo Digiacomo:
“Penso che sospendere le attività di chirurgia dell'ospedale di Scicli, aldilà di situazioni transitorie determinate dal ricorrente problema delle ferie estive, sia un errore che va corretto. A Comiso il reparto di chirurgia sviluppa una produttività di oltre tremila interventi l'anno, alleggerendo le
le liste d'attesa che sono il male endemico della sanità siciliana e, se ciò è riuscito a Comiso che la Direzione dell'ASP di Ragusa vanta come un esperimento di portata nazionale da emulare in altre realtà siciliane, non vedo perché non emularlo intanto anche a Scicli. Vorrei ricordare che l'idea dell'ospedale riunito, che ha salvato 40 ospedali in Sicilia e che ha la paternità in Lucia Borsellino e nel sottoscritto, dà ai manageri ampi spazi di manovra ovviamente all'interno dei limiti di personale, argomento nel quale l'Asp di Ragusa è stata da noi ampiamente risarcita dai tagli del 2010. Inoltre, sempre all'Asp di Ragusa, è stato consentito in deroga un reclutamento di primari che le altre aziende, in proporzione, si sognano: 8 in regime di blocco delle procedure concorsuali. Tutto questo implica mettere alla prova i nuovi primari e il nuovo management per valorizzare il concetto d'ospedale riunito e non per spogliare uno stabilimento e vestire l'altro, col risultato di renderli entrambi inefficienti. Chiederemo un incontro con i vertici aziendali per chiarire questa strategica e vitale questione della sanità iblea.”
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