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Niente elezioni dirette per le province siciliane. L’Ars vota contro
01 Ago 2024 11:54
La sconfitta è stata clamorosa più di quanto si potesse immaginare. Ha fallito infatti la sua prova d’aula il disegno di legge sulle province siciliane con l’Assemblea Regionale Siciliana che a scrutinio segreto ha approvato un emendamento soppressivo dell’articolo 1 per appena un voto.
L’emendamento soppressivo, presentato da De Luca, passa con 31 sì e 30 no e nel centrodestra adesso è scattata la caccia ai franchi tiratori. Un passo falso che costringe il Governo adesso a fare i conti con lo stop alle Province che al momento vengono rette dai commissari regionali.
Un vero e proprio colpo di spugna cha fa cadere l’intero ddl.
Niente elezioni dirette per le province siciliane
Niente quindi elezioni dirette per le province siciliane bensì elezioni di secondo livello, con sindaci e consiglieri soltanto che voteranno, previste in una finestra temporale che va tra l’1 e il 31 dicembre.
Il resto del ddl, sul quale non c’era comunione d’intenti tra le varie anime della maggioranza, viene rimandato ad un altro ddl autonomo che inizierà il suo corso a settembre e per il quale non si prevedono rose e fiori anche perché in netto contrasto con la legge Delrio.
Un modo per salvare il salvabile, anche se rimane lo scivolone della maggioranza di centrodestra che ha tentato una prova di forza andata gambe all’aria e che nei fatti si traduce anche in una sonora sconfitta politica dell’On Ignazio Abbate che proprio della elezione diretta delle province aveva fatto il suo cavallo di battaglia sia durante la campagna elettorale che in qualità di presidente della prima Commissione Affari Istituzionali all’Assemblea Regionale Siciliana.
La riforma, infatti, era diventata ben più ampia di quanto previsto inizialmente, includendo una serie di norme su composizioni delle giunte, status dei consiglieri comunali e perfino una sanatoria sugli aumenti a quelli di circoscrizione.
Troppo per le opposizioni e maggioranza con questo triste epilogo
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