È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
L’estate (mi) sta finendo. E a voi?
05 Set 2024 08:45
La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola
Proprio sul finire mi vuole dare il colpo di grazia. Ma ce la faremo. L’estate (mi) sta finendo. Mentalmente. Integralmente. È questa la mia personale rivisitazione del brano dei “Righeira”.
L’estate è andata. Ma anche io non scherzo. Perché? La sabbia ha invaso in me ogni possibile orifizio. Ustioni e piaghe mi giurano che oltre c’è solo la cremazione umana. L’infradito mi ha scavato a sangue in mezzo il piede. Sfacchinare da un litorale all’altro (con ombrellone, sedioline, tavole, borsoni, frigorifero e megaboiate varie al seguito) mi ha tranciato in due la schiena. Di più.
Gli allegri extracomunitari che incontro in spiaggia carico di roba come un mulo e “piegambulante”, mi sfottono: “Ehi, fratello!”
Ve possino!!
Il vento incessante mi ha creato dipendenza, tanto che, per prendere sonno, devo attivare di notte il turboventilatore (forza sedici nodi). Vado a letto non prima di mezzanotte, sbronzo mio malgrado e con gli scampi e le triglie che mi escono dal naso.
Ho le allucinazioni. Sento ancora l’arrotino alle 6 di mattina, quando – mi dicono – il virtuoso si è invece dato alla macchia già da settimane.
Per il beach-volley e i tamburelli sulla sabbia arroventata dal solleone ho perso qualsiasi sensibilità alla pianta dei piedi. Il che è anche un bene, perché, nell’appressarmi al mare, l’anestesia al calcagno mi consente di traversare impavido il roveto di ciottoli aguzzi di alcuni lidi del Marchese omonimo, sopportando il dolore lancinante.
Il sale addosso, di cui non riesco a liberarmi, nel mix letale con il bagnoschiuma ai frutti di bosco, crea attorno a me un effetto-alone yogurt scaduto nauseabondo. Il must del solo frutto a pranzo (mirtilli loro!) mi ha collassato i gioielli e fermentato i succhi gastrici. E l’immancabile gita in barca tra i flutti, comprensiva di diarrea compulsiva intestinale, dove la mettete?
E poi l’otite fulminante, le alghe assassine, le zanzare di Satana, le sagre e i concerti ossessivo-compulsivi, le bici sulla testa, l’immondizia quasi ovunque, le bancarelle diversamente utili, i corridori (noi) al porto, i cagnoni senza museruola che trascinano loro a spasso i padroni (in mezzo a frotte di bambini), l’acquagym in piscina (Signore pietà!), la caccia disperata al posteggio più funambolico, la ZTL del Mistero, la ressa, la fila e gli spintoni (anche per andare a letto, quasi). Il tutto nel cuore geneticamente modificato di languide ferie-lampo, le vacanze Flash.
È vero. Puoi sempre cercare rifugio nella tv. Ma le repliche dell’ispettore Barnaby su La 7 sono il momento più alto della programmazione estiva, per cui puntare un bazooka tra le gambe è una valida alternativa.
E poi, il divertimento. Io non sono abituato a divertirmi così tanto! Ho letto che alcuni di voi, amici dei social, non amano l’estate. Eppure essa ci riconsegna terminali, ma ancora vivi, alla ripresa del lavoro.
Ok, io un po’ gioco. E sorrido con voi. Ma è vero che i ritmi estivi non li reggo più come vent’anni fa. L’estate (mi) sta finendo. Per fortuna.
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