LE DEMENZE: ALZHEIMER E DINTORNI. LA SFIDA DEL FUTURO

  Una sola certezza: la popolazione sta invecchiando sempre più. Nel rso degli ultimi 20 anni gli over 65 sono aumentati in maniera esponenziale, invertendo la piramide demografica (foto1). Il vecchio continente è quello che contribuisce per la maggior parte a questa crescita, ma la vera novità è che nei prossimi vent’anni l’invecchiamento della popolazione coinvolgerà anche i Paesi in via di sviluppo e l’universo cinese. Immediata conseguenza di questo dato statistico è il maggior impatto sul sistema sanitario nazionale delle patologie dell’anziano. Vivere di più non significa sempre vivere bene. Le malattie età correlate aumentano in maniera proporzionale all’invecchiamento della popolazione. Paradigma di questo concetto sono le demenze.

Parliamo volutamente di demenze per chiarire subito un concetto: non tutte le demenze sono ‘Alzheimer’. Senza entrare nel dettaglio scientifico, la ‘demenza di Alzheimer’ è caratterizzata dalla degenerazione, a causa della deposizione al suo interno di particolari inclusi fibrillari che caratterizzano appunto la malattia, della cellula principale dell’encefalo: il neurone. Questa degenerazione progressiva causa i sintomi tipici della malattia. Campanello d’allarme per la maggior parte dei pazienti è il progressivo deficit della memoria recente. Una sorta di disattenzione, progressiva ed ingravescente, che, con l’aggravarsi della malattia coinvolge tutti i ricordi e rende impossibile svolgere le normali attività della vita quotidiana. Anche i gesti e gli atti più semplici diventano complessi e privi di significato. Dalla cura della persona all’alimentazione, il malato di demenza dipende in tutto e per tutto dall’assistenza dei familiari. Ecco la prima nota dolente: l’assistenza. Allo stato attuale il carico assistenziale ricade totalmente sulle famiglie. A fronte di oltre 3000 malati presenti nella nostra provincia non esistono strutture dedicate a questi nostri cari. Si tratta di un’emergenza, di un dolore silenzioso che le famiglie portano con sé. Ad onor del vero l’Asp di Ragusa ha mostrato negli anni una sensibilità maggiore delle altre realtà siciliane rispetto all’assistenza all’anziano fragile con un numero di posti letto dedicati superiore alla media regionale. Non basta. Bisogna andare oltre e prevedere un percorso integrato ospedale-territorio, che segua il progredire della malattia. Di questo si tratta. Un progressivo lento ed inesorabile declino. Si perde tutto: la memoria, gli affetti, la dignità di persona. In una sola parola si diventa un’altra persona. Immaginate il dolore e l’angoscia di un figlio o di una figlia che non viene riconosciuto o  viene aggredito dal genitore affetto da demenza. Dramma nel dramma. Provate a parlare con chi assiste familiari con demenza. Racconti di vite sconvolte, di dolore, di solitudine, di impotenza. Certo si interviene con la terapia per cercare di rallentare questo lento declino, ma, purtroppo, i ritrovati attualmente in commercio ci permettono solo di attenuare alcuni sintomi sia cognitivi che comportamentali. Altre molecole sono in sperimentazione e speriamo che presto ci vengano in soccorso. Nel frattempo combattiamo con le armi che abbiamo. L’assistenza agli anziani, benvenuti nel futuro!

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