L’ASP DI RAGUSA SULLA UROLOGIA DELL’OSPEDALE DI COMISO

 Dopo l’ennesima distorsione dei fatti riguardante l’Ospedale Regina Margherita di Comiso, l’ASP di Ragusa intende ribadire quanto già detto nei mesi scorsi, fornendo alla cittadinanza i seguenti chiarimenti:

– Non è stata operata alcuna soppressione del Reparto di Urologia di Comiso, e ciò semplicemente in quanto non esiste nella pianta organica regionale una U.O. di urologia di Comiso, non potendosi  dunque “chiudere” qualcosa che formalmente non c’è. Esiste di fatto un servizio di day surgery, previsto dal Piano sanitario Regionale, strutturalmente locato presso il nosocomio di Comiso e funzionalmente legato all’unica U.O. esistente, l’Unità Operativa Provinciale di Urologia,

– alla luce di quanto sopra, è logicamente derivato che l’organico dell’urologia è unico, che il personale medico specialista in urologia fa parte di questo organico unico e che partecipa ad una naturale rotazione dei turni, meccanismo quest’ultimo che consente l’ottimizzazione delle prestazioni rese all’utenza e, al contempo, un omogeneo aggiornamento professionale di tutti i sanitari,

– Il valore riconosciuto dell’attività degli urologi di Comiso è tenuto in debito conto dall’Azienda, che può valutare una riconversione dei posti al fine di migliorare l’offerta fin qui disponibile,

-I dottori Caruano, Cannata e Iurato, che operano nell’ambito urologico all’ospedale di Comiso, sono stati invitati – da parte del responsabile provinciale prof. Serrao –  ad effettuare, come tutti gli altri dirigenti medici, alcuni turni di servizio presso la U.O. di Urologia a Ragusa, ciò non comportando alcuna sottrazione di funzionalità al Regina Margherita, in quanto si è disposto che tale “trasferta” debba avvenire nei giorni in cui non si tengono sedute operatorie a Comiso, ovvero nei giorni in cui la presenza degli stessi medici non è giustificata presso il nosocomio ipparino,

– la vicenda dei due infermieri collocati stabilmente e poco fruttuosamente presso l’ambulatorio di Comiso attende un suo esito dignitoso che non sia solo il frutto di un intervento disciplinare ma il risultato di un processo di responsabilità professionale.

Si conclude questa nota sottolinenando la necessità costante, da parte dell’ASP,  di dover praticare una modalità di informazione e di comunicazione mirata purtroppo alla disconferma di notizie infondate e pretestuose, utili solo al mantenimento di una logica politica di campanilismo, dannosa oltre che anacronistica.

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