Ispica, il “paese dei due Cristi” e la sua radicata religiosità. Dopo don Corrado Lorefice, padre Davide Carbonaro arcivescovo

Una religiosità legata all’antico mondo contadino proteso alla costante ricerca del sacro. Lo sanno bene le vecchie e le nuove generazione cresciute all’ombra di una fede che ha trovato in rari esempi di religiosità la strada per crescere. E’ così che Ispica è stata ed è terra di sacerdoti chiamati a svolgere la loro missione nella chiesa locale e di sacerdoti che hanno spiccato il volo chiamati a mettere al servizio di grandi realtà la loro esperienza fatta di amore, solidarietà e preghiera. Due di questi sono don Corrado Lorefice, 63 anni, nominato da Papa Francesco il 27 ottobre del 2015 per guidare, come arcivescovo metropolita, la chiesa di Palermo e soprattutto ad essere un esempio di grande umiltà, bontà e religiosità per quella martoriata città patria di Don Pino Puglisi e Padre Davide Carbonaro, 66 anni, chiamato appena pochi giorni fa a svolgere il compito di arcivescovo metropolita di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo. Se per don Corrado Lorefice la chiesa locale ha avuto la gioia di poter condividere il suo carisma gioendo per la sua nomina quando era alla guida del duomo chiesa madre di San Pietro a Modica, per Padre Davide Carbonaro è diverso, si gioisce da lontano ma sempre con tanto amore. Appena undicenne egli ha lasciato Ispica per seguire la famiglia a Roma pur rimanendo legato alla terra che gli ha dato i natali. Vocazione e vita sacerdotale vissuta altrove con un occhio verso la sua Ispica dove ha mosso i suoi primi passi nella chiesa di Sant’Antonio Abbate. Quella chiesa, poco distante dalla basilica dell’Annunziata, che ha avuto la fortuna di vivere la religiosità di Padre Battaglia un sacerdote che, reduce dagli orrori della Grande Guerra, scelse il sacerdozio e seppe trasmettere ai suoi parrocchiani, grandi e piccoli, il carisma del vero cristianesimo. Anche l’arcivescovo Corrado Lorefice crebbe e si formò nella stessa chiesa, nella stessa parrocchia di Sant’Antonio Abbate.

A Ispica un grande clima di religiosità legato alla presenza dei frati francescani ed al ruolo delle Arciconfraternite cresciuto all’ombra della chiesa locale.

Oggi i frutti sono quelli di un passato trasmesso con una semplicità di cuore non comune. I frati francescani, fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso, sono stati punto di riferimento per la comunità ispicese che ha trovato in essi un faro di vita, la “spalla” per le confessioni, il luogo della carità vera. Non da meno la devozione ai due Cristi, il Cristo alla Colonna ed il Cristo in Croce. Fede e devozione di pari passo su un terreno fertile dai buoni semi e dai buoni frutti e soprattutto “coltivato” da uomini che hanno interpretato in maniera semplice e matura l’essere cristiano in un mondo che, con il passare degli anni, ha rischiato di perdere questa barra di vita.

La Diocesi di Noto, terra di vescovi.

Cinque gli attuali vescovi originari di cittadine iblee appartenenti alla Diocesi di Noto. Corrado Lorefice ispicese è arcivescovo metropolita di Palermo, Rosario Gisana, modicano, è vescovo di Piazza Armerina, Giorgio Demetrio Gallaro, pozzallese, è arcivescovo di Tricala a Piana degli Albanesi ed Angelo Giurdanella, modicano, è vescovo di Mazara del Vallo.

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