INTERVISTA A ORGES THIKA

Si presenti.

Io mi chiamo Orges Thika e ho ventisei anni a settembre, però sono nato a Durazzo in Albania. Mio padre è venuto in Italia appena aperte le frontiere nel 1991. Nel 1994 con mio fratello Fabian lo abbiamo raggiunto in Italia e, dato che mia madre era rimasta in patria, siamo stati affidati al Villaggio SOS di Trento. Mi ricordo che era l’8 giugno 1995.

Come si è trovato al Villaggio SOS?

L’esperienza al Villaggio è stata fondamentale  per la mia crescita e maturazione, perché mi ha dato la possibilità di diventare un uomo.

Che cosa Le ha dato  il nostro Paese?

Come le dicevo, mi ha permesso di diventare un adulto responsabile

Lei è un giovane imprenditore. Quale impresa ha messo in atto?

Premetto che lo spirito imprenditoriale penso di averlo sempre avuto, ma è comunque una cosa che va coltivata e soprattutto formata. Dopodiché, io sono appassionato di collezionismo, in particolare reperti storici, comprese le vecchie carte geografiche; quindi scambiare… conoscere… approfondire la Storia attraverso oggetti che sono appartenuti a qualcuno e che “raccontano”.  Questa passione mi ha portato a sviluppare la capacità della compravendita.

Quindi?

Quindi sono partito un anno fa con un e-commerc (negozio on line) di tecnologia di consumo (smatphone, tablet, ecc), poi a ottobre mi sono imbattuto nelle stampanti 3D ed ho deciso di vendere anch’io questo prodotto. Nel cercare fornitori, ho coinvolto quello che in seguito è diventato  un  mio socio  e abbiamo trovato un’azienda che aveva appena iniziato a produrre questo tipo di stampanti. Da lì è nata la collaborazione commerciale  con loro.

Perciò adesso ha anche una società?

C’è la società e, come succede in questo tipo di avventura, bisogna tenersi pronti a rispondere alle difficoltà, che non sono poche e quindi adesso sto proseguendo su questa strada e riorganizzando le attività e la struttura. Ho intenzione di aprire a settembre un negozio sulla stampa 3D.

Quali sono le difficoltà che ha incontrato?

Le difficoltà sono più di una. A partire  dal sistema burocratico italiano, la crisi che ha preso tutti, al dover essere capaci di essere flessibili per seguire l’andamento del mercato… tanto per citarne alcune.

Ma ci parli anche dei  risultati.

I risultati veri e propri devono ancora arrivare, ma sono certo che arriveranno, perché credo in quello che sto facendo e penso che questa tecnologia innovativa diventerà alla portata di tutti.

So che adesso ha famiglia, vuole parlarne?

Nel 2010 mi sono sposato con Sarah, una ragazza trentina, con cui avevo deciso di mettere su famiglia e abbiamo due bambini: Leonardo di tre anni e Elena di sette mesi. Vede, ho scelto di  mettere su famiglia da giovane a ragion veduta.  Mio figlio è nato che avevo ventidue anni e la famiglia è, secondo me, la cosa più importante che una persona può avere e che mi ha permesso di essere sereno.

Ha scritto anche un libro di poesie, ce lo illustri.

Anche questo  è stata una scelta. In realtà è nato un po’ per caso, come spesso capita: ho visto la pubblicità di un concorso di poesia, ho partecipato e vinto e quindi mi hanno pubblicato il libro.

Quali temi tratta?

Diciamo che seguo un filo cronologico, nel quale ci sono poesie scritte a partire dai nove anni fino ai 18 e racconto questo segmento di vita.

Quali percorsi scolastici ha fatto?

A parte quelli obbligatori, mi sono diplomato perito chimico, dopodiché ho fatto due anni  d’università di Scienze dell’Educazione che poi ho abbandonato per seguire una formazione di pedagogia del circo che, oltre a farmi diventare insegnante di arte circense mi ha trasmesso la capacità di essere un educatore.

Cosa significa pedagogia del circo?

Semplicemente parliamo di circo contemporaneo che si distingue, appunto, da quello storico-tradizionale proprio perché sviluppa la pedagogia e un modo nuovo di insegnare circo, ma non solo. Questa forma si accosta a pedagogia come quella montessoriana, tanto per citarne una a caso. Ho fatto anche un percorso di formazione per diventare un mago prestigiatore e ho usato anche queste esperienze  trasformandolo anche in lavoro.

Quindi fa anche spettacoli?

Sì, faccio spettacoli e tengo corsi di arte circense.

Vuole cortesemente dire una frase, un detto o un pensiero da dedicare ai lettori di RagusaOggi?

Mi piace molto questa: “Siamo sospesi tra vuoto e vuoto”.

 

 

 

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