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INCONTRO ANTIRACKET E ANTIUSURA CON I CARABINIERI
12 Apr 2014 10:46
Ieri mattina a Ragusa, presso la caserma “Podgora”, sede del Comando Provinciale dei Carabinieri di Ragusa, una delegazione dell’Associazione Antiraket e Antiusura di Ragusa, con in testa il presidente Giuseppe Cabibbo, e con la presenza del coordinatore delle Associazioni Antiraket e Antiusura della Provincia di Siracusa, Paolo Caligiuri, ha incontrato i vertici provinciali dell’Arma dei Carabinieri ed in particolare il Comandante Provinciale Ten. Col. Salvatore Gagliano ed una delegazione degli Ufficiali e dei Comandanti delle Stazioni Carabinieri della Compagnia di Ragusa.
Analoga iniziativa era avvenuta a Vittoria il 29 febbraio scorso, laddove una delegazione della istituenda Associazione Antiraket ed Antiusura di Vittoria, con a capo il suo presidente, l’architetto Eliana Giudice, alla presenza del presidente dell’associazione Antiraket di Gela, Renzo Caponetti, si era recata in visita presso quella sede, sempre alla presenza di una nutrita rappresentanza di Carabinieri.
Durante gli incontri è stata rinnovata la puntuale e seria attenzione degli uomini dell’Arma dei Carabinieri al territorio ibleo. A favorire il dialogo tra associazioni vocate ad opporsi all’agire mafioso e a far quadrato attorno per proteggere le vittime, e le istituzioni fondate sulla lotta al crimine organizzato, concorre la ramificata rete di STAZIONI dei Carabinieri, veri e propri “sensori di contrasto” del malaffare, attraverso la duplice funzione che caratterizza i militari l’Arma rispetto le altre forze di polizia, cioè di tutori dell’ordine e di operatori sociali. Comprendere il disagio e la paura delle vittime di estorsione e usura, ancor prima della denuncia, è stato uno dei punti focali dell’incontro che ha trovato d’accordo carabinieri e membri dell’antiracket.
Gli interventi hanno permesso di gettare e rinsaldare le basi per un continuo e incessante impegno nella pianificazione di comuni sinergie per analizzare, monitorare e contrastare non solo sul piano giudiziario, ma in special modo sul fronte socio-culturale, reati particolarmente oppressivi e pervasivi come quelli “predatori”, fenomeni criminali che, sempre più in questi periodi di congiuntura economica negativa, pervadono la nostra società, infiltrandosi nel tessuto economico e sociale, e dei quali difficilmente si viene a conoscenza dei numeri reali (un numero oscuro che si ritiene sia in tendente ascesa), assumendo inoltre sempre più delle caratteristiche subdole attraverso nuove metodologie e tecniche estorsive e usurarie.
Piegarsi alla paura e pagare vuol dire imboccare una strada che può condurre alla perdita della propria libertà, non solo imprenditoriale: cedere la prima volta può predisporre a successivi cedimenti (ad esempio acquistare prodotti solo da certi fornitori segnalati o assumere qualcuno debitamente raccomandato) che possono, col tempo, sconfinare in veri e propri comportamenti illegali. Fino a trasformare l’iniziale vittima dell’estorsione in un soggetto più o meno coinvolto nel sodalizio criminale.
Oggi, dunque, non cedere e ribellarsi non solo è giusto ma anche conveniente.
Chi si oppone al racket può contare, da una parte, sul sostegno delle istituzioni e delle leggi dello Stato e, dall’altra, sulla forza dell’associazione con altri operatori economici ugualmente intenzionati a ribellarsi.
L’importanza di tale assunto nasce dalla consapevolezza che, con l’indispensabile apporto della società civile, l’azione degli uomini dell’Arma diventa più incisiva.
Grazie a questa collaborazione, negli ultimi tempi, l’azione di contrasto del racket ha messo a segno importanti risultati in provincia, che si ritiene saranno raggiunti anche a Ragusa, specie nel far venir fuori i reali numeri dei fenomeni usurari ed estorsivi si ritiene pur presenti.
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