Il ricordo di Peppe Ottaviano vive nel Centro nutrizionale dell’ospedale di Butembo Beni


Il dolore della famiglia, il dolore della città, il dolore intriso di sangue, il dolore che và oltre la realtà ed abbraccia un altro dolore, quello del bisogno in Paesi poveri, dilaniati dalla guerra civile. Il ricordo di Peppe Ottaviano vive a Scicli ma vive anche nelle bianche stanze di un ospedale di Butembo Beni, in Congo, dove la famiglia del giovane dottore in legge, barbaramente ucciso il 12 maggio dello scorso anno nella sua abitazione di via Manenti nel centro storico della città, ha voluto inviare le offerte raccolte in memoria del giovane. Non un intervento una tantum ma un impegno dalla linea costante nel tempo per tenere vivo il ricordo.

C’è una stanza, proprio nella struttura ospedaliera di Butembo Beni la cui Diocesi è gemellata con quella di Noto grazie all’impegno costante di Padre Salvatore Cerruto prima ed ora del vescovo mons. Salvatore Rumeo, dedicata a Peppe Ottaviano.

E’ la stanza dove vengono curati i bambini malnutriti, i bambini che per vivere hanno bisogno di un sostegno medico ed alimentare extra, quello che le singole famiglie non riescono a dare. La decisione della famiglia Sgarlata-Ottaviano di destinare aiuti economici a questo centro nutrizionale è stata abbracciata dal Gruppo Volontariato Vincenziano di Scicli cui la mamma ora e la nonna prima ne fanno parte. Una vita di solidarietà, di amore per il prossimo, una vita dedicata ai bisogni della comunità sciclitana, quella della famiglia Sgarlata nella cittadina barocca, che da un anno, fin dalla morte di Peppe, è andata ad abbracciare un altro mondo, lontano geograficamente ma vicino per i bisogni alimentari, sanitari ed igienici che ogni giorno vive.

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