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Il paradosso Pozzallo. Un Comune sano costretto al dissesto per tributi e tasse non incassati dall’ente
29 Ago 2024 10:32
“Martedì saprò quando saremo ricevuti negli uffici della Corte dei Conti di Palermo e specificatamente dal presidente Salvatore Pilato con il quale spero di chiarire la posizione del nostro ente. Ma sembra chiaro che potremo uscire da questa situazione solo con un commissariamento”, il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, è convinto che per lasciare le sabbie mobili del dissesto finanziario occorre un energico aiuto di un soggetto superiore che si intesti quello che l’ente non è riuscito a fare in questi anni.
Recuperare dalla collettività tributi e tasse non pagati in assenza di personale necessario ad emettere le cartelle con ruoli e consumi.
Appena due giorni fa, come primo atto, la giunta Ammatuna ha approvato un atto deliberativo in cui si dichiara in dissesto. Su questo provvedimento si dovrà, comunque, pronunciare il Consiglio comunale in una seduta da convocare. Il Comune di Pozzallo, in piano di riequilibrio dal 2017 approvato dalla Corte dei Conti nel 2020, si trova di fronte alla dichiarazione di dissesto per un disavanzo di amministrazione effettivo di poco meno di 41 milioni di euro con oltre 31 milioni di euro per fondi crediti di dubbia esigibilità. La colpa è del cittadino-contribuente? Pare proprio di no perchè le mancanze sono dell’apparato burocratico che, proprio perchè assente fisicamente in mancanza di dipendenti con specifica mansione, non riesce a raggiungere l’utente.
La mancanza di personale in organico, con la specifica funzione di curare il settore finanze e tributi, la causa prima di questa grave situazione.
“Senza personale non siamo in grado di emettere le bollette e riscuotere le tasse – afferma il sindaco Roberto Ammatuna – siamo un’amministrazione sana. Da quando sono al governo della città non abbiamo fatto un euro di anticipazione di cassa, i fornitori sono stati pagati fino a giugno con una puntualità europea, gli stipendi e le cooperative lo stesso. Dopo il Covid ci sono arrivati dei debiti di vent’anni fa, vedi Ato etc, che non ci preoccupavano e che saremmo riusciti ad estinguere in un paio di anni. Quello che mi preoccupa, invece, è che non riusciamo a riscuotere la Tari, non c’è un ufficio in grado di emettere le bollette perchè manca il personale per farlo. Basti pensare che dobbiamo riscuotere 15 milioni di euro. Non sono debiti che ha l’ente ma sono soldi che debbono pagare i cittadini e che nessuno fa pagare perchè manca il personale negli uffici. Abbiamo tentato per diverse volte di indire i concorsi, di reclutare personale ma non ci siamo riusciti. Ho presentato esposti sulle difficoltà di espletare i concorsi, sono stato sentito dal Prefetto. L’obiettivo di paralizzare un’amministrazione con atti demolitivi durati anni è riuscito in pieno. Quello che posso fare l’ho fatto: fare arrivare finanziamenti. Siamo fra i pochi comuni d’Italia a non aver fatto un prestito in banca e questo depone per noi amministratori. Altro discorso sono i concorsi che non sono andati a buon fine e che hanno paralizzato l’ente”.
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