Mentre l’azienda sanitaria continua a rivendicare risultati positivi nella riduzione delle liste d’attesa, sul territorio emergono episodi che sollevano interrogativi sulla reale efficacia del sistema. A portare all’attenzione pubblica una vicenda emblematica è il Comitato Civico Articolo 32, che segnala quanto accaduto nei giorni scorsi a un paziente dell’ospedale di Modica. «La mattina del 16 […]
IL MINISTERO DELLA CONSOLAZIONE
14 Nov 2015 06:41
Si terrà lunedì 16 novembre, alle 16, nella biblioteca dell’ospedale Civile, il quarto incontro per volontari operanti nella Pastorale della salute, nelle cappellanie ospedaliere e per i ministri straordinari della santa comunione. L’iniziativa rientra nel contesto del corso formativo promosso dall’ufficio diocesano per la Pastorale della salute di Ragusa. Lunedì il tema affrontato sarà quello del ministero della consolazione e a relazionare saranno la dottoressa Rosa Giaquinta e il dott. Rosolino Iurato sempre alla presenza di don Giorgio Occhipinti, direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute. “Imparare ad accogliere la sofferenza, ed anche la morte – dice don Occhipinti – sostenendo ed accettando la vita: questa è la sfida di chi si dedica all’assistenza ai sofferenti. La persona malata ha bisogni che solo la scienza e la medicina possono soddisfare, ma ha in egual misura bisogno di senso di appartenenza, comunicazione, ascolto, sicurezza ed in particolare sollievo dal dolore che non ha connotazioni solo fisiche, bensì emozionali e spirituali. Si corre il rischio di considerare l’uomo solo come insieme di organi ed apparati, perdendo di vista l’unicum che ciascuno di noi rappresenta. Ogni uomo è l’unione inscindibile di carne, mente e spirito e come tale deve essere preso in carico da chi lo assiste. La sofferenza è il banco di prova della nostra condizione, ci ricorda la nostra caducità e ci porta improvvisamente a dipendere dagli altri e a provarne frustrazione ed angoscia. E’ compito di chi assiste gli ammalati, siano essi professionisti della salute, familiari o volontari, fare in modo che non si sentano sminuiti, soli, avviliti, ma sentano l’empatia fra due esseri umani a confronto”.
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