IL COMUNE DI ISPICA DOVREBBE CUSTODIRLE

Danneggiate le opere di Salvo Monica, lo scultore e poeta ispicese scomparso, che l’artista aveva donato al Comune di Ispica perché le custodisse e le valorizzasse, ed oggi esposte al Mercato. A Maria della Resurrezione di Lazzaro, gruppo scultoreo fra i più noti ed apprezzati, manca un dito della mano destra, mentre tutte le altre sono in uno stato di incuria determinato dall’inadeguatezza del locale in cui si trovano. La denuncia viene dal Partito Democratico cittadino che rileva come l’artista ispicese meriti un ricordo diverso per lo spessore e il dovuto rispetto che si deve ai suoi lavori. Il PD chiede che le opere tornino a Palazzo Bruno, quando la sede municipale sarà di nuovo fruibile, e, nell’attesa, chiede che vengano sottoposte ad una tutela ed una sorveglianza straordinarie. Il segretario del Partito Democratico, Gianni Stornello, si chiede inoltre che fine abbiano fatto le altre sculture, i medaglioni, i bassorilievi, i disegni che Monica ha donato negli anni al Comune e chiede all’Amministrazione di presentare il loro inventario ed un piano di fruizione da parte del pubblico.

“Nel generale clima di declino che registriamo ad Ispica – dichiara il segretario del PD, Gianni Stornello – nel quale non passa giorno che non si rilevi un servizio pubblico in meno o qualche grave inadempienza da parte di un’Amministrazione praticamente dissolta, non poteva certo fare eccezione la cultura con uno dei figli di Ispica più illustri qual è Salvo Monica. Ma non ci possiamo rassegnare. Il Comune, nei confronti della memoria di Monica e dei familiari, ha un dovere morale che è quello di custodire le opere che l’artista donò alla sua città di origine. Il vedere la Resurrezione di Lazzaro danneggiata – prosegue il segretario del Partito Democratico – indigna profondamente e pone il problema della sua collocazione decisamente sbagliata, visto quello che è diventato oggi il Mercato, né più e né meno che un ristorante, e senza transenne. Monica ha donato al Comune di Ispica decine di suoi lavori: dove sono? – chiede Stornello – Perché l’Amministrazione non presenta un loro inventario? Chiediamo un piano di fruizione dei lavori di Monica, apprezzati dovunque tranne che ad Ispica che proprio Monica voleva che le custodisse e le valorizzasse, ed un piano straordinario di custodia e di vigilanza nell’attesa che esse tornino nella loro sede naturale che è la Pinacoteca di Palazzo Bruno”.   

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