IL CALENDARIO

Il vocabolo calendario deriva dal latino calendarium e a sua volta da calendae che in origine era  il ‘libro di credito’  o di scadenze, perché gli interessi maturavano  il primo del mese.

E’ un sistema convenzionale di suddivisione del tempo. Il segmento base, di solito, è l’anno (anno civile) suddiviso per mesi, settimane e giorni. La sua durata  è fissata in modo che  sia il più possibile  aderente alla durata della rivoluzione della terra intorno al sole (anno solare o più esattamente anno solare tropico, convenzionalmente  365 gg. 5 hh. 48 minuti. e 45 secondi.).

Andava risolto, però, il divario delle 5 ore e rotti tra l’anno civile e l’anno solare tropico.

Infatti, se l’anno civile non marciasse di pari passo con quello solare, l’equinozio di primavera, che cade  circa il 21 marzo, subirebbe uno spostamento in avanti, con l’andar del tempo.

Ogni anno è numerato dall’inizio della datazione. Stiamo per entrare nell’ A. D. (Anno Domini ovvero Anno del Signore) 2013.  Com’è noto la datazione nasce da un evento storico importante; per esempio quella del 2013, si riferisce dalla nascita di Gesù Cristo, per Roma veniva Ab Urbe Còndita  (A.U.C.) cioè alla fondazione della Città (Urbe  cioè Roma) che si computa a partire dal 753 a. C. ecc. 

I nomi dei mesi sono stati dati dai Romani. Si dice che ai tempi di Romolo, il mitico fondatore dell’Urbe, nel primo periodo  l’anno civile  era di 304 giorni suddiviso in dieci mesi dei quali sei di 30 giorni e  quattro di  31. I nomi dei mesi erano quelli   che sono attualmente in uso ad eccezione di gennaio e febbraio che non esistevano. L’anno cominciava a marzo (Martius in onore del dio Marte), Aprilis,(dal latino aperio = aprire nel senso della natura che si  apre, risveglia) Majus (dedicato alla dea Maja protetrice delle messi e derivante anche  dall’aggettivo majus = più grande),

Quarto mese era Junius (dedicato a Giunone, sposa di Giove). Poi seguivano i mesi in modo numerale: Quintilis, Sextilis, September,October, November e December.

Il secondo re di Roma, Numa Pompilio, introdusse due mesi aggiuntivi per cercare di  avvicinare il calendario al flusso normale delle stagioni.

Januarius, la porta dell’anno, l’ingresso. (Januae erano le porte e Janus era Giano, il dio bifronte che stava a indicare  il passaggio da un anno all’altro) e Februarius, il mese delle  purificazioni (da februare = purificare) dedicato forse alla malefica dea Febronia, per ingraziarsela e tenere lontane le febbri.

I mesi erano strutturati secondo un calendario lunare e ogni due anni, per mantenersi in pari con l’anno solare, veniva inserito un mese in più di 22 o 23 giorni, chiamato Mercedonius (nome che deriva da merces= pagamenti a cui era dedicato).

Dopo la morte di Giulio Cesare (Gaius Julius Caesar), Marco Antonio propose che il

mese Quintilis, in cui era nato Cesare, fosse cambiato in Julius in suo onore.

Nell’anno 8 a.C. in onore di Gaius Julius Caesar Octavianus Augustus, più conosciuto come Ottaviano o Augusto, primo imperatore di Roma , il mese Sextilis divenne  Augustus.

Una grande riforma del calendario fu fatta da Giulio Cesare nella quale stabilì che la durata dell’anno sarebbe stata  di 365 giorni e che ogni quattro anni  si sarebbe dovuto inserire un giorno in più. Si stabilì quindi la regola del calendario giuliano.

Una curiosità: il nome bisestile (l’anno di 366 gg) si chiama così perché doveva cadere il 23 febbraio facendolo raddoppiare e si chiamò bis sexto die ante Kalendas Martias (doppio sesto giorno prima delle calende di marzo).

Purtroppo, dopo la morte di Cesare, cominciarono a fare errori e, ad esempio, inserire l’anno bisestile ogni tre, anziché ogni quattro anni. In questo modo si crearono discrepanze.

Ci furono rimedi, ma non  abbastanza  buoni da pareggiare il conto tra anno civile e anno solare. Fu necessaria una riforma radicale e definitiva che fu portata a compimento da una Commissione, (con il contributo decisivo del matematico e astronomo siciliano Giuseppe Scala, il medico calabrese Luigi Lilio e il matematico perugino Ignazio Danti)  istituita nel 1582, dal papa Gregorio XIII.

Il calendario   gregoriano, che a tutt’oggi viene  usato nella maggior parte del mondo, stabilì le regole dei bisestili.

John Herschel (1792-1871) la definì con ancora maggior precisione  togliendo tre giorni ogni diecimila anni: i giorni dell’anno  sono di  365 giorni, più uno ogni quattro anni, meno tre ogni quattro secoli, e meno tre ogni diecimila anni.

Con la riforma gregoriana si provvide anche a correggere gli errori accumulati nei secoli. Il giorno successivo  il giovedì quattro ottobre 1582, divenne venerdì 15 ottobre e,come si può notare, c’è  un salto di dieci giorni  (questa data fu scelta, perché in quel periodo non c’erano feste solenni).

Il calendario gregoriano fu accettato  lentamente  dalla maggior parte del mondo, ma non in modo omogeneo. La Russia, per dire, mantenne il calendario giuliano fino al 1918 (la famosa Rivoluzione d’Ottobre del 1917, accadde per esempio in novembre).

In quanto alle datazioni ci si perde.

Il calendario  ebraico che è lunisolare cioè insieme lunare e solare si chiama anche  Ciclo metonico,  un ciclo di diciannove anni e siamo nel 5773.

Il calendario islamico, si basa  sul calendario lunare e  parte dall’Egira del 622 d.C. (la fuga del Profeta Maometto dalla Mecca).

 Non è semplice calcolare in quanto non basta  sottrarre la datazione  gregoriana da quella islamica. In parole povere adesso siamo nell’anno 1434.

Va tenuto conto che  nelle varie religioni, poi ci sono i cicli, ovvero gli anni religiosi, con tutte le celebrazioni e feste.

Il Ciclo Liturgico cattolico ad esempio, com’è noto, va dalla prima domenica di Avvento alla festa di Cristo Re.

Ed ora per alleggerire  il tutto una piccola facezia.

Il colmo per un buon cattolico è credere che il Ciclo Liturgico sia la bicicletta del parroco.

Con un sorriso quindi, auguro a tutti  i lettori un Buon 2013.

                                        

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it