GHEDDAFI HA TIRATO TROPPO LA CORDA… ED E’ ALLE CORDE

La decisione del Consiglio di sicurezza dell’Onu presa giovedì infiamma il Mediterraneo ed in particolare il Golfo della Sirte dove i grandi mezzi navali sono pronti ad applicare la no-fly zone sulla Libia cioè il divieto di volare agli aerei di Gheddafi per qualsiasi motivo, primo fra tutti ovviamente quello di andare a bombardare la popolazione civile dell’area di Bengasi che ancora resiste alle truppe governative. Anche se notizie dell’ultima ora dicono che il rais libico abbia chiesto una sorta di cessate il fuoco (ed ulteriormente lanciato minacce all’Occidente) i venti di guerra sono alitati non solo in Libia ma in tutto il Bacino del Mediterranei ove le forze dell’Alleanza atlantica faranno la guardia affinché i bombardieri di Gheddafi non volino e se si azzardassero a farlo sarebbero abbattuti considerato che i caccia alleati possono colpirli 24 ore su 24 perché sono aerei rifornibili in volo e quindi sempre pronti ad intervenire.

Tralasciamo l’analisi della posizione europea, al solito diversa e diversificata in barba alla Unione e concentriamoci sui due grandi problemi attuati: la guerra che potrebbe scatenare Gheddafi su tutto il bacino e l’ondata di immigrazione che potrebbe investire ancora una volta Lampedusa e le nostre coste visto che nell’isola il Centro di prima accoglienza è totalmente intasato oltre ogni dire tanto da volere allestire una tendopoli (errore su errori) osteggiata dagli abitanti ormai esausti da queste “invasioni” che ne turbano totalmente l’equilibrio della stessa loro vita quotidiana. Per la guerra in grande allerta anche le basi di Sigonella e Trapani Birgi ma anche gli aeroporti di Lampedusa, Pantelleria ed in minor misura Comiso (peraltro lo scalo non è come sappiamo attivato) ed anche se sarà un conflitto gestito da portaerei la follia potrebbe anche portare qualcuno a bombardarli sempre che riescano a sfuggire al divieto di volo dei caccia libici in tutti gli aeroporti del Paese.

L’altro problema legato all’andamento della guerra è come abbiamo accennato quello dei rifugiati, che potrebbero partire ancora in massa per Lampedusa mentre qualcuno pensa a Mineo e persino Comiso dove, lo ha detto giovedì sera in diretta D’Alema nel corso della trasmissione Anno Zero ricordando quella grande operazione umanitaria (egli Presidente del Consiglio) effettuata per i Kossovari che in settemila furono ospitati nell’ex base americana dei missili Cruises. Come vedete la Provincia di Ragusa venti chilometri più a sud di Tunisi è in piena area di guerra e di emergenza e si dovrebbe capire che non può essere lasciata sola a gestire non diciamo il conflitto che potrà interessare marginalmente il nostro territorio, ma l’emergenza umanitaria che mette in ginocchio, se in proporzioni come quelle che si paventano, intere regioni.

Sappiamo che il Prefetto di Ragusa Francesca Cannizzo ha chiarito a tutti i livelli governativi, in tempi meno sospetti la probabile situazione della nostra provincia e quindi speriamo che le diano retta perché altrimenti sono presumibili due catastrofi: una umana (la guerra) ed una umanitaria l’immigrazione dal nord Africa.

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