FINANZIARIA REGIONALE: IMPUGNATI BEN 27 ARTICOLI

Il provvedimento del Commissariato regionale dello Stato è un atto dovuto, come si può leggere dalla comunicazione ufficiale, pubblicata sul sito dell’ente, poiché “gli articoli della suddetta delibera legislativa contengono disposizioni che danno adito a censure di incostituzionalità”. Il documento (veramente interessante da leggere integralmente al sito www.comstasicilia.it) espone con grande chiarezza, articolo per articolo, le motivazioni determinanti le 27 impugnazioni. In sintesi sotto la scure del Commissariato sono passati tutti quei provvedimenti che cercavano di introdurre attraverso la manovra finanziaria l’assunzione o la stabilizzazione di precari, ovvero diversi articoli riguardanti lo stato occupazionale delle società partecipate dalla Regione come la “Terme di Sciacca S.p.A.” e “Terme di Acireale S.p.A.”, ed ancora i precari impiegati  presso la “Società beni culturali” S.p.A. e l’avvio delle procedure per il passaggio del personale dell’Ente Autonomo Fiera del Mediterraneo, alla società Multiservizi S.p.A., società ad intero capitale regionale, mantenendo il profilo professionale  e il trattamento giuridico ed economico attualmente goduto.  Le disposizioni censurate sembrano infatti essere volte “a garantire l’occupazione al personale, indipendentemente dalla necessaria, preventiva e prioritaria valutazione dell’interesse dell’amministrazione di avvalersi delle prestazioni lavorative dei dipendenti in questione”. Dando luogo quindi “ad un trattamento differenziato rispetto al personale precario di altre amministrazioni pubbliche, ponendosi in contrasto con la normativa  statale di riferimento e viola i principi di ragionevolezza, imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione”. Il provvedimento, firmato dal Prefetto dott. Michele Lepri Gallerano, Commissario dello Stato per la Regione Siciliana, contesta anche numerose disposizioni che veicolerebbero in modo difforme tributi e fondi, come l’articolo 4 che disponeva per l’Assessore regionale per le autonomie locali e la funzione pubblica di “una indefinita quota del fondo destinato ai trasferimenti annuali in favore dei comuni per lo svolgimento delle funzioni amministrative conferite dalla vigente legislazione”.

Come il tanto ventilato art.44, quello che indicava l’istituzione di un fondo speciale in cui confluissero nella misura del 30% i beni mobili ed immobili confiscati alla mafia. La motivazione del Commissario Lepri Gallerano appare chiara poiché “la possibilità di disporre autonomamente dei beni confiscati alla mafia non appare avere alcun fondamento nello Statuto Speciale”. Il provvedimento  appare inoltre in contrasto con la legge n. 50 del 2010 che istituisce l’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata.“Bocciati” anche gli articoli 6, 8 e 9 attinenti rispettivamente all’istituzione della tassa annuale di concessione regionale per fondo chiuso, alle tariffe in materia di motorizzazione e all’istituzione di nuove  voci della tassa sulle concessioni governative regionali, perché “le disposizioni in esame contrastano tutte, integralmente o parzialmente, come nel caso dell’articolo 8, con le norme statali che non solo hanno imposto alle Regioni di non aumentare la pressione tributaria a carico dei contribuenti,  ma anche di non istituire nuovi tributi, in quanto ogni variazione in aumento andrebbe a variare l’assetto della misura del tributo stesso aggravando la pressione fiscale esistente”. Altro ambito toccato dal Commissariato è quello produttivo, alcune norme infatti sembrano modificare le condizioni di equilibrata concorrenza in favore di alcune categorie come gli impianti di allevamento ittico, e i concessionari di aree demaniali marittime, a vantaggio dei quali si prevedeva un canone irrisorio da corrispondere. “La norma in questione quindi creerebbe un innegabile vantaggio per le imprese siciliane alterando la par condicio tra gli operatori economici del settore ed invadendo la competenza esclusiva dello Stato nella materia della tutela della concorrenza di cui all’art. 117 secondo comma lett. e) della Costituzione”. Sotto la scure del Commissariato anche diverse disposizioni operanti in materie in realtà di competenza dello Stato, come quelle che regolano il credito d’imposta regionale per l’incremento dell’occupazione” o l’art. 75, recante “Norme in materia di trasporto aereo”. Anche le disposizioni in materia di gestione integrata del servizio idrico destano perplessità sotto il profilo della legittimità costituzionale poiché contrastano l’articolo 148 del decreto legislativo n. 152 del 2006, disposti dall’art. 2, comma 186-bis, della legge n. 191 del 2009 (legge finanziaria 2010).

Censurato anche l’articolo che prevedeva il trasferimento da parte dell’Assessorato regionale delle risorse agricole di strutture, aree di pertinenza e macchinari del mercato del fiore di Contrada Spinello al comune di Scicli. La risposta dei rappresentanti politici non si è fatta attendere. Il governatore regionale  infatti dal suo blog comunica che “alla luce degli articoli parzialmente impugnati dal Commissario dello stato, resta salvaguardata la strategia che anima la finanziaria ispirata da rigore, innovazione e sviluppo”. “Leggo scontate quanto velenose e infondate valutazioni di segno opposto sulle scelte del commissario dello Stato – conclude Lombardo – Il governo metterà al riparo i cittadini da queste continue campagne di disinformazione illustrando in una conferenza stampa una legge che contiene decine di importanti riforme”. Di parere opposto naturalmente i rappresentanti di UdC e Pdl ufficiale. “Da una prima analisi dell’impugnativa del Commissario dello Stato emerge che l’intero impianto della finanziaria regionale e le sbandierate riforme, su cui ha scommesso questa surrettizia maggioranza, ricevono una evidente bocciatura sotto il profilo della legittimità costituzionale”. Lo afferma Rudy Maira, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana, e sulla stessa linea Salvino Caputo, Presidente della Commissione Legislativa attività produttive e parlamentare del PDL dichiara: “Siamo stati facili profeti nel prevedere che il commissario dello stato avrebbe falcidiato gran parte delle norme contenute nella legge finanziaria perché incostituzionali e di chiara matrice clientelare e assistenziale. Se questa finanziaria doveva essere il banco di prova dell’intesa politica della nuova maggioranza con il PD allora siamo veramente arrivati al capolinea”.

 

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