FANTASTICA SERATA MUSICALE “POLVERE DI STELLE” A “VILLA GRASSULLO”

Spesso, leggendo su questo sito articoli a sfondo  culturale, firmati da cronisti   d’occasione, c’è qualcuno di essi, presunto depositario di cultura metropolitana, che non rinunzia mai a ironizzare sul ragusano medio,  alludendo alle sue consuetudini di  vita amorfa , arida e piena  di banalità e luoghi comuni. Penso che questo sia in genere un fenomeno comune a tutte le collettività, soprattutto dalla mentalità provinciale, sovente collegato alla pigrizia e all’immobilismo , generati dalla carenza di strutture e potenzialità culturali.  Recentemente  invero, devo smentire quanti si ostinano sempre a sparare a zero sul ragusano medio , definendolo  ripetitivo, monotematico e privo di  gusto  verso l’arte del bello in generale. Nel corso di questa ennesima estate bizzarra infatti, ancora una volta, in occasione di un evento musicale quasi epocale  per  la tradizione iblea,  insieme a tanti altri miei concittadini del pubblico, ho gioito per uno spettacolo di musica di alta qualità, offerto guarda caso, da alcuni  formidabili musicisti ragusani  doc. Già, perché anche la musica è cultura, e  nella fattispecie ,persino il tanto vituperato ragusano medio ha dimostrato di avere il palato fine, a differenza di tante altre comunità. Lo scorso 22 luglio , nel corso di una stupenda serata estiva, si è svolto un evento  musicale d’altri tempi nel bellissimo scenario del verde giardino di “Villa Grassullo” dei sigg. Cavallo. L’inizio della serata prometteva bene, quando abbiamo assistito alla simpatica e anche emozionante passerella di svariati  esponenti della musica  di genere “rock e beat”i ,tutti ragusani, ormai emigrati all’estero e sparsi in ogni angolo del mondo da tantissimi anni . Questi graditi personaggi ( io e altri miei coetanei , ahimè non più giovani,li ricordavamo bene, essendo stati un tempo i nostri idoli), storici musicisti ragusani della metà degli anni 60, facevano capo ai gruppi musicali più in voga del tempo nel periodo aureo che va dal 1966 al 1970, come dire “I Jaguars”” i Gregoriani” “ i Goldfinger”. Sicuramente anch’essi meriterebbero almeno una citazione nella ormai arcinota manifestazione “Ragusani nel mondo”, non fosse altro che per il talento musicale ibleo esportato in ogni dove all’estero. L’introduzione allo spettacolo è stato affidato opportunamente all’esibizione canora di due ex inossidabili “Jaguars”: alludo al bravissimo cantante Giorgio Giacchino, che ci ha deliziati da par suo con qualche brano dei mitici”Bee Gees”, e al brillante e sempre sornione Salvatore Mezzasalma, felice interprete di canzoni da Night club alla “Bruno Martino”. Il momento clou della serata si è avuto quando sul palco sono saliti i grandi “Goldfinger”, con in testa il maestro Tagliarini( fresco ottantenne, auguroni!!!!) al sax, Mario Santocono al piano, Paolo Frazzetto alla chitarra accompagnamento, Leonardo Dotto la voce, Carletto Napolitano chitarra solista e il sempre eclettico Salvatore Malandrino alla batteria. A beneficio di giovani e giovanissimi appassionati di musica, all’epoca in “mente dei”, posso certamente affermare che questo gruppo musicale(guai a chiamarlo “complesso”, perché incorrerei in una gravissima  sanzione da termine improprio e anacronistico), nella seconda metà degli anni  60, entusiasmò a Ragusa e provincia il pubblico di ogni età, nei cafè concerto, serate danzanti e  “show studenteschi” che “in illo tempore” si tenevano nel maestoso “bar Mediterraneo” e in tutti i cinema, allora in attività. Essi furono grandi interpreti  della musica leggera per antonomasia, esibendosi brillantemente nei” samba”,” cha cha cha” o nel genere squisitamente “soft” come lo “swing”, suscitando commenti lusinghieri anche nella critica musicale qualificata del tempo. Tornando alla serata di domenica scorsa, l’esibizione dei “Goldfinger”, sin dall’inizio è stato un continuo crescendo, cominciando con brani prestigiosi del passato, come le note  di samba di “Brazil”, alla maniera raffinata del famoso pianista americano “Carmen Cavallaro” e “It had to be you”, ancora oggi  classico fiore all’occhiello del duo improvvisato “Arbore  e Lino Patruno” di genere “ Jazz New Orleans”. Il gruppo ha quindi continuato con altri brani di musica leggera immortali, e il pubblico si è spellate le mani ad applaudire nell’ammirare il talento consumato di Leonardo Dotto, con i suoi virtuosismi vocali, che ricordavano le sfumature dei grandi americani “Jonnie Ray e Sammy Davis Junior”. Nel mentre le note dolcissime del pianoforte del maestro Santocono ci riportavano con nostalgia ai ricordi degli irripetibili anni 60, nelle balere della riviera adriatica e della Versilia. Lo storico e simpatico chitarrista Carletto Napolitano( ottimo speaker) ha ancora dimostrato la sua classe genuina, esibendosi con assolo di chitarra nel celebre pezzo “Ave Maria”, e l’eclettico batterista Salvatore Malandrino non era da meno, conferendo un ritmo travolgente alle armonie, con la stessa grinta di 40 anni fa. Alla fine il pubblico era felice e sorridente, facendo a gara nell’elargire complimenti e abbracci ai protagonisti dello show, chiedendone ripetutamente una nuova esibizione nel breve. Personalmente rivolgo un grazie di cuore ai “Goldfinger” per avere coinvolto emotivamente la mia sensibilità musicale, riportandomi mentalmente agli attimi più belli della mia vita.

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