È morto Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh

Un altro lutto illustre nel mondo dello spettacolo italiano. È morto venerdì sera a 72 anni Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh. La notizia, annunciata su Twitter dall’amico Bobo Craxi, è stata confermata prima da Red Ronnie, poi da Roby Facchinetti su Facebook: “Stefano ci ha lasciato! Due ore fa… era ricoverato da una settimana e per rispetto non ne avevamo mai parlato… oggi pomeriggio, dopo giorni di paura, sembrava che la situazione stesse migliorando… poi, stasera, la terribile notizia”, ha scritto.

I Pooh – Roby, Red, Dodi, Riccardo hanno ricordato su Facebook l’amico e compagno di viaggio “Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa. Preghiamo per lui. Ciao Stefano, nostro amico per sempre…”.
Anche Giorgio Panariello, Loretta Goggi e Vincenzo Salemme in diretta a Tale e Quale su Raiuno hanno dato la notizia. Il musicista non aveva figli, aveva sposato la compagna Tiziana Giardoni nel 2017.

Stefano D’Orazio era nato a Roma il 12 settembre del 1948 ed è stato un batterista, paroliere, cantante e regista italiano. Ha fatto parte dei Pooh come batterista dal 1971 al 2009. Oltre alle percussioni suonava il flauto traverso. Poi nel 2015 e 2016, in occasione della reunion per il cinquantennale, è stato un autore di una parte dei testi delle canzoni del gruppo, del quale in seguito è divenuto anche responsabile amministrativo. Inizia a suonare la batteria, acquistata di seconda mano, sin dagli anni del liceo, con il proprio primo gruppo chiamato The Kings, dal nome del complesso dal quale acquistò la batteria, di ispirazione beat.

Terminata questa iniziale esperienza, D’Orazio si arrangiò facendo, per un breve periodo, da colonna sonora allo spettacolo underground per percussioni e voci “Osram” di Carmelo Bene e Cosimo Cinieri, organizzato nel locale “Beat ’72”. Successivamente entra nel gruppo Italo e il suo complesso, poi rinominato I Naufraghi. Anche quell’esperienza fu di breve durata e apri’ cosi’ a Roma due “Cantine Club”, locali all’interno dei quali si esibivano i gruppi inglesi reduci dal “Piper”. A tale attività associò quella di turnista presso la RCA, potendo così pagare parte delle cambiali e l’acquisto della batteria Ludwig.

Il suo ingresso nei Pooh l’8 settembre 1971, in seguito all’uscita di Valerio Negrini. La band già conosceva il batterista romano e nonostante le ritrosie del produttore Giancarlo Lucariello, lo fa entrare in essa; dopo una settimana di prove al Vun Vun di Roma, dal successivo 20 settembre esordisce con una serie di serate di rodaggio in Sardegna. La prima canzone interpretata da solista nei concerti dal vivo è stata Tutto alle tre, ereditata dal suo predecessore Negrini.

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