Coronavirus e oltre: lettera di ringraziamento di una figlia per il proprio papà che si trova al Maggiore di Modica

All’Asp di Ragusa è arrivata una lettera di ringraziamento, inviata dalla figlia per il proprio papà ricoverato nel reparto di Medicina dell’ospedale “Maggiore” di Modica.

Si riporta, di seguito,  il testo integrale.  

Oggi 16 marzo 2020, l’Italia intera è in quarantena secondo il deceto ministeriale emanato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, DPM 9 Marzo 2020.
Siamo chiusi in casa per contenere il CoVid 19, che ha letteralmente e paurosamente invaso la nostra amata terra!
I bambini lo conoscono come il Re malvagio “Coronavirus” e disegnano su fogli bianchi e grandi lenzuola, arcobaleni variopinti interposti tra due nuvole, seguiti dalla scritta augurale e calmante “ANDRA’ TUTTO BENE”!
Sempre oggi, al Maggiore di Modica, da qualche giorno attrezzato per gestire l’emergenza sanitaria che sfinisce, svilisce e logora sempre piu’ camici bianchi,coinvolti in prima linea per la truce questione, si trova mia madre!
Esattamente ricoverata da quattro estenuanti giorni, per un malore che stava lentamente e in quest’ultimo periodo sempre piu’ incisivamente minando la salute del suo fegato e del suo pancreas.

Vorrei ringraziare con questa lettera, tutto il personale sanitario dell’Ospedale Maggiore di Modica coinvolto nel percorso d’inquadramento clinico-diagnostico e assistenziale, nello specifico agli Operatori del 118 che con le loro mascherine e dispositivi di protezione individuale, alle prime luci dell’alba del 12 marzo, hanno prelevato mia madre e portato al PRONTO SOCCORSO, dove ha ricevuto tempestivamente le prime cure e accertamenti di laboratorio e per il loro meritevole operato li ringrazio dal profondo del cuore.
Ringrazio inoltre la Dott.ssa Maria Antonietta Di Rosolini del reparto di Malattie Infettive per la sua consulenza e supporto alla diagnosi.

Gli amici e compaesani, nonché’ anch’essi valorosi professionisti della struttura , Stefano Vigna, Ioselito Cicciarella e Di Lorenzo Davide, per il loro contributo e vicinanza a noi familiari, che fuori dalle mura Ospedaliere, impossibilitati ad entrare, secondo le rigorose restrizioni d’accesso e direttive di contenimento del CoVid 19, stavamo in balia dell’ansia sempre più opprimente , per la lontananza, il non sapere e aimè anche per la paura del virus.
Tra l’entrata principale e quella del P.S., rigorosamente chiuse al pubblico, con le mascherine , sparpagliati qua e là e alle giuste distanze di sicurezza, c’eravamo noi, io , mio padre e i parenti degli altri assistiti del pronto soccorso.
A dare tregua alle nostre gambe stanche e pesanti per la tensione crescente, la seduta cementata circolare della grande fontana , una volta vasca per pesci, oggi arroccata e adiacente al pronto soccorso, all’entrata principale dell’ospedale.

Dopo 6 ore interminabili d’attesa, all’ombra di una siepe della fontana, diventata sala d’aspetto al verde, ci giunge la notizia della decisione presa dai sanitari, sul ricovero di mia madre. A riferircelo, una dolce ragazza della misericordia, che anche lei , operosamente e da diverse ore, collaborava con i sanitari del P.S.
Un grazie, all’egregio primario, di MEDICINA GENERALE il Dott. Cabibbo Gaetano e al suo eccellente staff, in particolare all’amabile e dolce Dott.ssa Angela Modica e Dott.ssa Cappello Antonella.
Al personale di Radiologia, medico e tecnico, per l’esecuzione dell’eco prima e della RMN poi, per una prima diagnosi.

Al Dott. Belluardo del reparto di gastroenterologia dell’Ospedale S.Giovanni Paolo II di Ragusa, che per la sua doviziosa esperienza sul campo, in materia di ERCP dall’acronimo Endoscopia Retrograda Colangio Pancreatica, e’ riuscito a dare un nome a quei sintomi subdoli ed esami di laboratorio alterati, dove Ecografia, Rx dell’addome a vuoto, TC addome con mdc, seconda eco e RMN con mdc, fallivano.
Questa tecnica d’imaging diagnostica, altamente specifica, ha individuato grazie alle abili mani del medico, una serie di calcoli che ostruivano il coledoco, quel dotto e piccolissimo canale di passaggio della bile, che collega i due importantissimi organi fegato e pancreas, per poi sboccare nel primo tratto dell’intestino tenue.
Una volta individuati, sono stati asportati, per inserire successivamente uno stent ,una rete o camicia provvisoria, che assolve la funzione di tenere ben pervio e disteso questo sottile tratto di passaggio di questo importante liquido biologico deputato alla digestione.

Scongiurando così il pericolo di pancreatite, insufficienza epatica grave ed ittero severo, mia madre grazie a quest’esempio di buona sanità, riacquisterà forza e vitale energia.
E’ andato tutto bene!
Per la questione del CoVid 19, spero che l’ Ospedale Di Modica sarà in grado, così come anche tutti gli ospedali della penisola Italiana, di poter magistralmente come hanno fatto con mia madre, risolvere il caso ed eradicare questo bruttissimo virus per poter dire ancora una volta : ” E’ andato tutto bene!”
Infinitamente, GRAZIE!

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