Con lo Ius Scholae cittadinanza a centinaia di alunni stranieri che frequentano le scuole Primarie ragusane

In alcuni comuni della provincia di Ragusa l’incidenza in percentuale dei bambini stranieri sul totale degli alunni che frequentano la scuola Primaria supera il 20%, contro una media regionale del 4,7%. E’ il dato contenuto nel rapporto dello Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, su dati del ministero dell’Istruzione e del Merito e dell’Istat.
Guardando la cartina allegata allo studio emerge che ad Acate, Santa Croce Camerina, Chiaramonte Gulfi, Giarratana, Monterosso Almo e Scicli più di due bambini tra i 6 e 10 anni hanno cognome originario da Paese estero. A Ragusa, Vittoria e Comiso la percentuale scende sotto il 20%, a Modica sotto il 10%. Il dato conferma la mappa della presenza di lavoratori stranieri nel settore agricolo.
Se fosse approvata la legge, in Sicilia 1.423 alunni di scuola Primaria beneficerebbero dello ‘Ius Scholae’, il diritto ad acquisire la cittadinanza italiana perché nati da noi o in quanto residenti entro il dodicesimo anno di età e dopo avere frequentato per almeno 5 anni la scuola nel nostro Paese. In questa casistica rientrerebbero nel ragusano alcune centinaia di minori stranieri.

Dei 315.906 minori stranieri che frequentano la scuola primaria, “4 su 5 provengono da un Paese extra Ue e circa il 70% è nato in Italia” e con lo Ius Scholae “48mila bambini potrebbero acquisire il diritto alla cittadinanza italiana”, è scritto nello studio.

In Sicilia Ragusa rappresenta un’eccezione. A Messina l’incidenza di stranieri sul totale degli alunni nella scuola Primaria è del 5,4%, a Catania del 3,3%, a Palermo del 3%. Infinitesimale la percentuale nelle altre province.

“La maggiore concentrazione si trova nelle aree del Nord Italia – si legge nell’analisi pubblicata stamattina – più attrattive in termini di opportunità occupazionali e retributive per i genitori ma anche di accessibilità e qualità dei diritti essenziali per le famiglie. L’incidenza di stranieri sugli alunni della scuola primaria varia dal massimo del 23,2% dell’Emilia-Romagna al minimo del 3,2% della Sardegna. Tra le prime due regioni per numero assoluto di alunni della primaria, Lombardia e Campania, la differenza è di circa 17 punti percentuali: 22% contro il 4,5%”. In base a quanto emerge dallo studio, “al Nord la presenza di bambini stranieri si concentra nelle città metropolitane e nelle aree a maggiore densità produttiva”. Mentre, “in tutto il Mezzogiorno il dato cala in media a 5 bambini stranieri su 100 alunni, fanno eccezione alcuni comuni dell’entroterra calabrese e della provincia siciliana di Ragusa”.

Dei bambini della scuola elementare che potrebbero acquisire il diritto alla cittadinanza italiana: oltre 1 su 4 risiede in Lombardia, il 12,8% in Emilia-Romagna, l’11,6% in Veneto e solo il 12,5% in tutto il Sud (dove è presente il 35,3% degli alunni della primaria)”.
Per il direttore generale della Svimez, Luca Bianchi, “lo Ius Scholae rappresenta un atto necessario di uguaglianza sociale nei confronti di bambini e ragazzi ai quali non è riconosciuto lo status giuridico di cittadini italiani pur condividendone cultura, educazione e appartenenza. La riforma è anche un’opportunità concreta per costruire una società più inclusiva e coesa, che investe sull’accoglienza per il futuro del Paese”.

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