CELEBRATA A RAGUSA LA XXI GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

“Viviamo intensamente il tempo del nostro pellegrinaggio terreno, perché diventi luce e forza per il nostro cammino, che continua nella vita di ogni giorno, e ci   condurrà alla luce e alla vita senza ombre e senza fine”. E’ il messaggio con cui il direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, don Giorgio Occhipinti, ha aperto, ieri pomeriggio, la celebrazione legata alla XXI Giornata mondiale del malato che in Cattedrale, a Ragusa, ha conosciuto uno dei momenti più significativi. Numerosi gli ammalati presenti grazie all’assistenza fornita dall’Unitalsi, dall’Avo, dall’Associazione nazionale carabinieri, dall’Ail, dall’Aiad e dalle altre realtà associative di volontariato presenti in città. C’erano anche medici e operatori sanitari. Don Occhipinti ha ringraziato don Nino Aprile, parroco della parrocchia di Maria Ausiliatrice, che ha presieduto l’Eucaristia, i componenti dell’ufficio per la Pastorale delle salute, le associazioni di volontariato sanitario e parrocchiale, le comunità parrocchiali, i fedeli e soprattutto gli ammalati. “Vi invito a sostenerci attraverso la vostra preghiera – ha detto don Occhipinti – a svolgere, aiutati dal Signore, la missione di buoni samaritani, sostenendo coloro che sperimentano la fragilità della salute e della vita”. La fase iniziale della celebrazione è stata dedicata alla preghiera in collegamento spirituale con il Santuario di Lourdes dove ieri, ai pellegrini e agli ammalati, era concessa la grazie dell’indulgenza plenaria. “E quindi – ha proseguito don Occhipinti – di gustare l’amore di Dio manifestato nella Croce di Cristo e di essere, così, toccati dalla luce e dalla pace ed essere per gli ammalati e per tutti coloro che si impegnano nell’esperienza di aiutare gli ammalati “una porta per la fede” che dà accesso alla “felicità di un altro mondo”, lo stesso che la Vergine Maria ha promesso a Bernadette, la santa simbolo di Lourdes”. Durante il momento di preghiera mariana, è stata posta sull’altare una busta contenente i nominativi di numerosi ammalati che si sono rivolti alla Madonna per chiedere la grazia rispetto a situazioni particolari di salute. La busta è stata già spedita a Lourdes per essere collocata nella cassetta delle intenzioni di preghiera che si trova all’interno della Grotta. Inoltre, uno dei sacerdoti di Lourdes, padre Palmiro Delalio, amico della comunità iblea, ha accesso un cero all’interno della Grotta in onore della celebrazione a Ragusa. Subito dopo ha avuto inizio la santa messa. Particolarmente intenso il momento dell’omelia in cui don Nino Aprile ha voluto illustrare nel dettaglio il messaggio simbolico della parabola del buon samaritano, che ha caratterizzato la XXI Giornata mondiale del malato.

“Il buon samaritano – ha detto don Aprile – è figura di Cristo, che si china sull’umanità ferita e depredata dalla potenza del male. E’ il cuore di Cristo la vera sorgente della compassione per il dolore umano. L’espressione: “Lo spogliarono, lo percossero” è indicativa dell’azione di Satana, che attraverso il peccato deruba l’uomo di tutti i doni che Dio gli riversa in cuore. Cristo, nella veste di buon samaritano, si ferma e versa sulle piaghe dell’umanità olio e vino, ossia lo Spirito Santo e il proprio Sangue che guarisce tutte le ferite. Egli, però, non vuol fare questa opera di guarigione da solo, e associa a Sé la Chiesa. Il buon samaritano non si limita a soccorrere il malcapitato, ma lo conduce in una locanda, per essere curato. Lì c’è chi possa prendersi cura di lui. La locanda è la comunità cristiana, è il luogo di guarigione che Cristo ha stabilito per tutti quelli che sono oppressi e sofferenti, bisognosi di essere sollevati dalla mano del Pastore. Cristo, dopo aver consegnato la sofferenza umana alla comunità cristiana, che la guarirà con l’olio dello Spirito e con il vino del Sangue di Cristo, se ne va, continua il suo viaggio, promettendo al suo ritorno di dare la giusta ricompensa a coloro che per amore suo sanno rinunciare a se stessi. E’ la promessa del suo ritorno nell’ultimo giorno per dare a ciascuno secondo le sue opere”.

 

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