AL GARIBALDI IL GENIO E LA SREGOLATEZZA DI STEFANO BOLLANI

Esilarante per la leggerezza e incantevole per l’intensità, il concerto con cui Stefano Bollani ha aperto ieri sera la Stagione 11/12 della Fondazione Teatro Garibaldi di Modica è stato prima di tutto un concerto generoso: con due ore e dieci minuti di musica – un record per i suoi standard – ha dimostrato al pubblico di aver apprezzato lo stupore e il calore che gli pioveva addosso dagli spalti stracolmi. E di essersi, pure lui, divertito.

“Un musicista vero, che conosce a memoria tutte le parole delle canzoni italiane, i musical italiani e quelli americani”, così ha definito Bollani il pianista siciliano Giovanni Mazzarino, suo amico di lungo corso, che ha presentato la serata e l’intera Stagione musicale del Garibaldi. Tra il pubblico, insieme a lui, c’erano anche il sassofonista vittoriese Francesco Cafiso e il fotografo ufficiale dell’Heineken Jammin Festival Pino Ninfa.

E Bollani, per sfidarlo, non ci ha messo più di un secondo a decidere di far saltare la scaletta e lanciarsi subito in due travolgenti arrangiamenti jazz di “Roma non far la stupida stasera” e “Aggiungi un posto a tavola”, e in una sua divertentissima “Ho visto un re” di Enzo Jannacci. In mezzo, due capolavori della storia della musica, a cui Bollani ha prestato non solo le mani e la voce, ma anche l’estro della reinterpretazione: “Ligia”, di Antonio Carlos Jobim, e “There will never be another you”.

Dal suo repertorio Bollani ha suonato “La Sicilia, “Il Duca”, “Palomar”, “Elena e il suo violino”, “A valsa da Paula”.

E poi la sua “miscellanea” finale, composta arrangiando insieme un elenco di brani suggeriti dal pubblico: dalla ormai classica imitazione di Battiato in “Hai mai letto Kundera?” a quella di Paolo Conte in “Via con me”, passando provocatoriamente per “Non dirgli mai” di Gigi D’Alessio, per finire in una geniale sovrapposizione della colonna sonora dei Puffi con “Per Elisa” di Beethoven. Un modo per dire che Bollani ha custodita nella memoria tutta la musica del mondo come fosse un’unica, inesauribile partitura. E nelle mani tutta una ricchezza di timbri e di suoni, fino a quello – da togliere il fiato – dei pianissimi, fino a quelli per cui una tastiera sola non basta.

“Abbiamo fatto un regalo alla Città di Modica – ha commentato il Sovrintendente della Fondazione Teatro Garibaldi Giorgio Pace – con una serata indimenticabile, che apre una Stagione con nomi di pari livello, da Uri Caine a John Taylor”.

Dopo il concerto, Stefano Bollani ha incontrato il pubblico del Teatro Garibaldi nel foyer, dove è stata allestita una buvette a cura del “G55 I Virsieri” di Modica, che resterà attiva per tutti gli spettacoli della Stagione 11/12. 

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