LA FIGURA MATERNA

Nella vita di una persona il rapporto con la madre (positivo o negativo che sia) è di centrale importanza. La psicoanalisi cominciò ad evidenziare l’importanza della figura materna nello sviluppo psicologico del bambino solo intorno agli anni ’30, fino ad allora lo sviluppo psichico del bambino era stato spiegato come frutto di processi interni (intrapsichici) governati da pulsioni libidiche e aggressive. Il primo a mettere in evidenza l’importanza della relazione nel processo di sviluppo evolutivo del bambino fu Fairbairn. Mentre per Freud la libido è orientata verso la ricerca del piacere, per Fairbairn la libido tende verso la ricerca di relazione. Si scopre in quegli anni, ad opera di importanti autori come Sullivan e Spitz, che in tale processo la figura materna ha un ruolo determinante, ovvero la qualità delle cure materne è fondamentale per il benessere psicologico del bambino e per il suo sviluppo. Negli anni ’50  la Mahler, un’altra grande psicoanalista, introduce un importante concetto, quello di “costanza d’oggetto”. Con questo termine l’autrice si riferisce a quella stabilità relazionale che nel bambino inizia ad avviarsi dal secondo anno di vita e che prosegue per lungo tempo da qui in avanti. Il raggiungimento della costanza oggettuale gli consente di percepire la madre come persona separata da sé e punto di riferimento affettivo stabile. Come si può ben capire il conseguimento di questo risultato non è però garantito, esso dipende dalla qualità di esperienza che il bambino fa con la madre, dall’aver cioè ricevuto da lei risposte adeguate sia rispetto ai sui bisogni psicologici che rispetto a quelli fisici. Tra gli indicatori che ci informano sul grado di serenità del bambino e sull’andamento del suo sviluppo psicologico troviamo: la qualità del suo sonno (se si addormenta facilmente oppure no, se si sveglia spesso durante il sonno oppure no); il rapporto con il cibo (se è regolare o meno nelle quantità e nei modi di assumerlo), il modo con cui si separa dalla madre (è normale che si lamenti un po’, è anomalo se al distacco manifesta un pianto inconsolabile o se mostra totale indifferenza).

 

Dott.ssa Sabrina D’Amanti psicologa e psicoterapeuta

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Studio di psicoterapia a Vittoria e Ragusa

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