ADELE CAMBRIA E MARIA OCCHIPINTI L’AMICIZIA DI UNA VITA

 Si è spenta a Roma il 5 Novembre Adele Cambria, aveva 84 anni.
Giornalista di rango  ha scritto su “Paese Sera”, “La Stampa”, “L’Europeo” e “L’Unità” e ha co-fondato “Noi donne”, rivista dell’Udi (Unione donne italiane), nonché diretto “Effe”, rivista femminista, negli anni settanta.
Autrice di numerose opere letterarie, di testi teatrali, tramissioni televisive, ha anche recitato in alcuni film di Pier Paolo Pasolini.

E’ stata, tra gli esponenti della cultura italiana del secolo scorso, una delle prime a riconoscere il valore dell’opera di Maria Occhipinti, “Una donna di Ragusa”, da ciò è nata una grande amicizia tra Adele, Maria e Marilena, la figlia di Maria Occhipinti, che ho intervistato per farmi raccontare proprio la storia di questa amicizia. 

D. Quando e dove si sono conosciute Maria e Adele?

R.. Si sono conosciute al centro la “Maddalena” tra il 1973 e  il 74. Un’amica di mia madre la introdusse in questo centro femminista molto attivo per incontri,  riunioni, spettacoli teatrali ed altro. Hanno subito simpatizzato, mia madre le raccontò la sua vita e le fece leggere “Una Donna di Ragusa” che apprezzò molto. 

D. Adele,intervistata da Luca Scivoletto nel documentario “Con quella faccia da straniera”, definisce Maria ” Minerva uscita dalla testa di Giove” , ma perchè le altre femministe, invece, la fecero sentire a disagio quasi ignorandone la presenza come racconta in “Una donna libera”?

R. Adele, con la sua grande intelligenza e sensibilità ha capito subito la personalità, il coraggio, l’idealismo di mia madre. La sua storia travagliata e i suoi viaggi  l’avevano incantata, subito la chiamò “l’Ulisse-donna” e dopo anche “Minerva uscita dalla testa di Giove” sicuramente per la  sua forte personalità e saggezza.

 Adele e le altre femministe erano tutte borghesi e letterate, alcune in presenza di mia madre si sentivano a disagio per la sua prorompente personalità ed esperienza di vita, forse per questo cercavano di ignorarla, loro erano ancora alle prime armi e non avevano pagato di persona, come mia madre,  il prezzo altissimo della ribellione, il fatto di aver spezzato le catene da un mondo di pregiudizi.Adele poi era al di sopra di certe meschinità, sapeva riconoscere l’intelligenza, in più non dimentichiamo che era calabrese,di quella Calabria che si affaccia sullo stretto di Messina, e  conosceva molto bene la mentalità arretrata del nostro sud.

Anche Adele si era ribellata a quel mondo chiuso emigrando a Roma per fare una carriera di giornalista e ci riuscì benissimo, non solo ma divenne anche una brillante scrittrice. 

D. Potresti raccontare la storia della copertina del primo numero di EFFE ?(Io ce l’ho quel primo numero anche se per anni non ho saputo che nella foto c’era ancheTua madre, perchè quando ero abbonata a quella rivista non avevo ancora sentito parlare di Maria Occhipinti).

Nella prima copertina di EFFE Adele ha voluto rappresentare tutte le età delle donne e pensò di mettere anche Maria.Mia madre mi raccontava che le giovani facevano di tutto  per nasconderla, per mettersi davanti a lei quando, invece, proprio lei  meritava di essere in prima fila per tutte le battaglie e il prezzo carissimo che aveva pagato per la coerenza delle sue idee. 

D.  Puoi raccontare la storia dell’ex aequo al premio Brancati Zafferana?

R. )  Al Premio Brancati di Zafferana Etnea (dicembre 1976) partecipava anche Adele  con il libro “Amore come rivoluzione”, è stata lei a proporre il libro di mia madre. La giuria , composta da solo donne, la maggior parte scrittrici  e    intellettuali di fama nazionale, decise a maggioranza di assegnare il premio a  “Una Donna di Ragusa” perché poneva”il problema femminile meridionale  al centro di un’impegnata tematica sociale “ Espresso sera raccontò così la storia dell’ex aequo: “La vincitrice ha diviso il riconoscimento e la posta in palio con Adele Cambria. Due sono stati i motivi di questa decisione….il fatto che fino all’ultimo momento la giuria aveva discusso proprio sui due nomi e il fatto che in effetti è stata proprio la Cambria ad aver lanciato in campo letterario la Occhipinti.” 

D. Nel corso degli anni come si manifestava , si esprimeva, questa amicizia tra due persone provenienti da mondi così diversi? La giornalista e scrittrice affermata e l’autodidatta di grande intelligenza. Altri scrittori, Sciascia, lo stesso Levi non hanno saputo adeguatamente apprezzare Maria.

R. La loro amicizia e stima è stata sempre solida, anche se si vedevano poco ed erano così diverse. Erano sempre in contatto.    Quando mia madre andò a Stoccolma per la pubblicazione del suo libro, Adele scrisse un articolo. Collaborava con diversi giornali come Paese Sera, Lotta Continua,    Il Manifesto, Il Messaggero ed altri. Pubblicò anche un paginone su Il Messaggero nel luglio del 1976 dove raccontò la storia di mia madre.  Scrisse anche un articolo quando mia madre passò Natale e Capodanno davanti al Quirinale per manifestare contro la legge Bucalossi che espropriava i contadini ragusani, pagando loro le terre ad un prezzo irrisorio. Chiedeva che l’allora Presidente Pertini la ricevesse ma il suo segretario Maccanico non lo permise mai. Adele ha sempre apprezzato il coraggio e la coerenza di mia madre, ha cercato sempre di introdurla, di farla conoscere negli ambienti intellettuali romani. Ma mia madre era un personaggio scomodo, una ribelle, non allineata ad alcun partito.

Per quanto riguarda Sciascia mia madre era particolarmente amareggiata dal suo atteggiamento. Gli chiese di essere ricevuta per pregarlo di intercedere sugli espropri delle terre a Ragusa, aveva coinvolto diversi onorevoli, tutti promettevano  di fare un’interrogazione parlamentare che sicuramente alcuni l’avranno  fatto, senza però ottenere risultati. Sciascia la ricevette senza neanche farla sedere, con freddezza  le disse che non poteva fare nulla, eppure all’epoca lui era un parlamentare radicale. Mia madre ci rimase molto male. Sciascia aveva consigliato    alla Sellerio di pubblicare “Una Donna di Ragusa” ma con mia madre non ebbe né una parola di stima né un aiuto in quella lotta siciliana

( Di recente una persona mi ha detto che a quell’epoca Sciascia erà già molto malato, forse si deve a questo il suo comportamento.n.d.r.)

Parlando di Levi, questa incomprensione forse era dovuta al fatto che  lui era un borghese intellettuale del nord, lei una proletaria autodidatta del sud.

Invece, quando nel 1957 ci fu la prima edizione di Una donna di Ragusa   edita da Luciano Landi e il libro concorreva per il premio letterario a Sanremo, diversi intellettuali, tra cui Ignazio Silone, votarono per mia madre.

 In un’Italia allora piena di pregiudizi,  arretrata e maschilista dove la laurea era molto importante e dove i fatti del “ non si parte” erano stati bollati dalla sinistra, molti hanno voluto ignorare questa figura di donna.

 

D) Adele ha girato un documentario su Maria a Ragusa,  in quella occasione mi ha intervistato e ho avuto modo di apprezzarne l’umanità, la cultura, lo scrupolo con cui lavorava. Ha voluto vedere tutti i luoghi di cui si parla nel libro “Una donna di Ragusa” e in cui si sono svolti i fatti del gennaio 1945.  Ed anche i luoghi in cui  Forcella ha intervistato Maria nel suo famoso documentario del 1976. Vuoi parlarne?

R. Adele Cambria ha girato nel 2002 un documentario “ Maria Occhipinti e la rivolta del non si parte”  trasmesso su RaiSat Album. Ha intervistato me, poi, a Ragusa, oltre a Te, mia zia Rosina e Pippo Gurrieri. Andò anche a Palermo e a Piana degli Albanesi perché  anche lì erano scoppiati dei moti. Purtroppo il documentario è poco conosciuto perché la Rai l’ha messo in onda solo una volta.

 

D.Quali sono stati i Tuoi rapporti con Adele, a prescindere dall’amicizia con la mamma, e come parleresti di lei?

R . Le sono anche grata perché, appena tornata in Italia dal Canadà, il mio primo lavoro lo ottenni proprio tramite Adele. Quando mia madre si ammalò, Adele venne a visitarla a casa e dopo il suo decesso nel 1996 siamo rimaste sempre in contatto.  Nel 2004 la Sellerio pubblicò postumo il libro di mia madre   “Una Donna Libera”, Adele Cambria presentò il libro nella Libreria Feltrinelli di Galleria Colonna.

Ricorderò sempre con molta stima e affetto Adele per aver capito e stimato mia madre, per tutto quello che ha fatto per noi,  ma anche per  le sue lotte femministe.

E’ stata una luce di  intelligenza, cultura  e forza,  penso con tristezza e rammarico che un altro pilastro ci ha lasciato.

 

 

 

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