Mentre l’azienda sanitaria continua a rivendicare risultati positivi nella riduzione delle liste d’attesa, sul territorio emergono episodi che sollevano interrogativi sulla reale efficacia del sistema. A portare all’attenzione pubblica una vicenda emblematica è il Comitato Civico Articolo 32, che segnala quanto accaduto nei giorni scorsi a un paziente dell’ospedale di Modica. «La mattina del 16 […]
Forti e deboli
08 Giu 2017 20:11
Forti perché, più intelligenti, più robusti, più furbi, più intraprendenti, più spregiudicati, più ???; perché nati nella culla giusta; perché più inquieti; perché ???
Deboli perché meno intelligenti, meno robusti, meno intraprendenti, meno spregiudicati, meno ???; perché nati nella culla sbagliata; perché amanti del quieto vivere; perché ???
Quando, circa dieci mila anni fa, gli uomini (non l’UOMO) impararono a trasformare l’energia muscolare propria e quella degli animali, in prodotti di consumo diventarono agricoltori, “col sudore della loro fronte mangiarono il pane” e cambiarono il volto della terra. Costruirono muri, case, città, strade, abbatterono foreste, solcarono mari, addomesticarono animali. La trasformazione dell’energia muscolare non era tuttavia gratuita, bensì costava fatica e sudore e così, pian piano, gli uomini cominciarono a dividersi in due distinte categorie: i forti e i deboli. I primi impararono a godere dei beni che i secondi – chiamati nel corso dei secoli schiavi, plebei, servi della gleba, proletari, lavoratori – producevano con fatica e sudore. Nacque così un complesso intreccio di relazioni sociali finalizzato al governo dei produttori – lavoratori e bestie fornitori dell’energia muscolare – e dei beni di consumo creati.
Sempre c’è stato chi ha trovato ingiusta questa divisione. Sempre ci sono stati dei tentativi di ribellione. Sempre finiti male per i deboli. Sempre!
C’è stato poi chi ha detto che però, dinnanzi a Dio, gli uomini sono tutti uguali. Non è cambiato granché ma è stata una bella consolazione!
E c’è stato chi ha trovato oppiacea tale affermazione e ha teorizzato la possibilità, per i deboli, di abbattere ed eliminare i forti e di costruire una società di uguali. Un fallimento!
Di recente i beni di consumo sono prodotti dalle macchine che trasformano energia fossile quale carbone e petrolio ed anche energia nucleare. Energia e macchine di proprietà dei forti, ovviamente! Prima i forti si arricchivano con i prodotti, prodotti dai deboli ora si arricchiscono coi prodotti, prodotti dalle macchine e consumati dai deboli. Prima i deboli erano produttori, faticavano ma erano indispensabili, erano l’unica fonte di energia. Ora sono consumatori parassiti con crisi di ruolo e d’identità. Non ha senso dire se è meglio o peggio, è la nuova situazione! Ma, anche in questa, a tirar le fila del “discorso” sono sempre, solo e comunque i forti. Anche nei Paesi a democrazia avanzata.
Forti e deboli non sono tuttavia categorie assolute e definite ma relative: si è deboli rispetto a taluni e forti rispetto ad altri. Mutuando dalla matematica il concetto di “grado di libertà”, che è dato dal numero di variabili indipendenti che agiscono, possiamo definire forti coloro che hanno un “grado di libertà” maggiore, controllano più variabili indipendenti rispetto ad altri e che, con le loro decisioni, influenzano pesantemente le vite di questi. Chi ha la possibilità di spostare grossi capitali nel mercato finanziario mondiale, di decidere se e cosa e quanto e quando e dove produrre e distribuire, di scatenare guerre di soldi e di sangue, di. . . ha indubbiamente un “grado di libertà” enormemente maggiore di chi, a stento, arriva a fine mese e, al tempo stesso, influenza pesantemente sulla vita di questi.
Ragusa, 3 marzo 2010
Estratto dell’articolo: “L’assenza della sinistra”
Articolo pubblicato sul n. 56/2010 “L’assenza” della rivista online www.operaincerta.it
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