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4 NOVEMBRE 2013 – LE ISTITUZIONI CELEBRANO IL GIORNO DELL’UNITÀ NAZIONALE E DELLE FORZE ARMATE
04 Nov 2013 16:51
Alla presenza del Prefetto dr. Annunziato Vardè, del Sindaco di Ragusa Ing. Federico Piccitto, del Commissario Straordinario della Provincia Avv.Giovanni Scarso nonchè delle altre massime autorità civili, militari, religiose e di una gradita rappresentanza delle scuole di ogni ordine e grado, stamani si è svolta sul sagrato di Piazza San Giovanni, davanti al monumento ai Caduti, la tradizionale manifestazione celebrativa della giornata dell’Unità d’Italia e delle Forze armate.
Agli onori militari resi ai Caduti dal picchetto interforze, costituito dalla Capitaneria di Porto, dall’Arma dei Carabinieri,dalla Guardia di Finanza, dalla Polizia di Stato, dalla Polizia Penitenziaria, affiancato dal Corpo Forestale e da una rappresentanza in uniforme composta da personale del Corpo militare, delle Infermiere Volontarie e dei Volontari del Soccorso della Croce Rossa Italiana, dai Vigili del Fuoco, dalla Polizia Provinciale e dalla Polizia Municipale di Ragusa, dai Gonfaloni dei Comuni della provincia e dai Labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, è seguita la cerimonia dell’Alzabandiera.
Particolarmente significativi sono stati i messaggi del Sig. Presidente della Repubblica e del Sig. Ministro della Difesa e del Capo di Stato Maggiore della Difesa che hanno posto l’accento sulla rilevanza della ricorrenza, di cui occorre tenere sempre presente il valore non solo per commemorare un passaggio importante della nostra storia e per onorare il valore dei militari impegnati, nel nome della Nazione, nei difficili scenari di crisi internazionale, ma anche per riflettere sulla esigenza di riconoscere alle Forze Armate un ruolo di crescente importanza per il futuro del Paese, oggi più che mai esposto ai rischi di instabilità e di disgregazione sociale, alle minacce transnazionali del terrorismo e della criminalità organizzata. Non è mancato al riguardo anche il riferimento alla grave congiuntura economica del momento, che impone un radicale processo di riforma del sistema della “difesa” attraverso l’attivazione di circuiti virtuosi di razionalizzazione e di risparmio delle risorse in una ottica di efficienza operativa basata sulla integrazione militare europea.
Il Prefetto Vardè nella sua allocuzione ha sottolineato, tra l’altro, come “tramandare la memoria del sacrificio di tanti eroici caduti, che non può sbiadire, rafforza i sentimenti di gratitudine che doverosamente nutriamo nei confronti delle nostre Forze Armate, per l’impegno profuso al servizio delle istituzioni, con assoluta fedeltà” e come la tradizionale manifestazione, rivolgendosi ai tanti ragazzi presenti, “non vuole essere semplicemente la doverosa celebrazione di una festività nazionale, ma vuole consegnare un messaggio di unità, di pace, di solidarietà, di legalità e di libertà”.
Dopo la deposizione della Corona e la benedizione a cura del Cappellano della Polizia di Stato, la cerimonia è proseguita con alcune esibizioni del Coro “Mariele Ventre” e dell’orchestra dell’”Istituto Berlinguer” di Ragusa che hanno chiuso con le note dell’inno nazionale.
Nutrita quest’anno è stata la partecipazione del mondo della scuola con circa duecento studenti che in maniera composta hanno arricchito lo scenario della manifestazione, affiancandosi ai tanti cittadini spontaneamente convenuti per testimoniare unanimi sentimenti di italianità e per esternare, con la loro presenza, l’affetto e la gratitudine per quanto le Forze Armate hanno compiuto e compiono per il popolo italiano.
ECCO IL MESSAGGIO DEL PREFETTO S.E. DR. ANNUNZIATO VARDE’
Autorità civili, militari e religiose, associazioni combattentistiche e d’arma, cari studenti e cittadini tutti: un caro saluto a tutti voi.
Celebriamo oggi la festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate, nella ricorrenza della vittoriosa battaglia di Vittorio Veneto, che ha consentito di completare l’unità d’Italia con la conquista di Trento e Trieste.
Quella memorabile battaglia, che costrinse l’Austria a firmare l’armistizio di Villa Giusti, fu il preludio della fine della prima guerra mondiale, di quella che fu definita la “grande guerra”, perché mai ve ne era stata una eguale per estensione e tragiche conseguenze, nonostante fosse stata dichiarata nell’illusione di un conflitto di breve durata.
Fu una guerra di trincea che provocò infiniti lutti; alla fine si contarono, sul fronte italiano, 689.000 morti (quasi il doppio dei caduti della seconda guerra mondiale) ed 1.050.000 tra mutilati e feriti.
A loro ed ai combattenti di tutte le guerre va il nostro pensiero riconoscente e commosso.
Tramandare la memoria del sacrificio di tanti eroici caduti, che non può sbiadire, rafforza i sentimenti di gratitudine che doverosamente nutriamo nei confronti delle nostre Forze Armate, per l’impegno profuso al servizio delle istituzioni, con assoluta fedeltà.
La loro preziosa opera, infatti, è essenziale, anche in una democrazia come la nostra – che per espressa enunciazione della propria Costituzione “ripudia la guerra” – per garantire le condizioni di pace, indispensabili per l’ordinato sviluppo sociale, politico ed economico della comunità nazionale.
Le Forze Armate, infatti, sono state un baluardo a difesa delle conquiste storiche che noi oggi ricordiamo, ma sono anche un presidio delle istituzioni democratiche.
Un vivo ringraziamento va a loro rivolto anche per le tante missioni di pace all’estero, nell’ambito delle organizzazioni internazionali di cui l’Italia fa parte, nelle quali i nostri militari si distinguono sempre per generosità, umanità, grande professionalità e coraggio, immolando, tante volte, la loro vita: anche ai tanti caduti nelle missioni di pace va oggi la nostra sentita riconoscenza.
Ma vorrei ricordare l’impegno ed il prezioso aiuto delle nostre Forze Armate oltrechè nelle calamità naturali e nelle situazioni più critiche per l’ordine pubblico, nelle missioni umanitarie, come l’operazione “Mare Nostrum” che vede impegnata la Marina per garantire il pattugliamento della frontiera europea nel mare Mediterraneo ed intercettare i mercanti di morte, allo scopo di evitare orribili tragedie come quella di Lampedusa o come il tragico evento di Sampieri.
Perché pace non significa chiusura dei confini sempre e comunque, pace significa anche capacità di accoglienza e di integrazione, nella garanzia della nostra sovranità, della nostra sicurezza e del rispetto della nostra identità culturale e nazionale, significa solidarietà e coesione sociale in un difficile momento di perdurante difficoltà economica.
Ed allora la manifestazione odierna non vuole essere semplicemente la doverosa celebrazione di una festività nazionale, ma vuole consegnare un messaggio, soprattutto ai giovani – tanti dei quali oggi sono qui insieme a noi – di unità, di pace, di solidarietà, di legalità e di libertà, sotto il nostro tricolore che poc’anzi è stato innalzato sul monumento ai caduti al suono del nostro inno nazionale.
Queste giornate devono infatti servire a rafforzare in noi e soprattutto nelle giovani generazioni che sono il nostro futuro, tutti questi principi, unitamente al sentimento dell’identità nazionale, ed è per questo che desidero rivolgere un vivo ringraziamento per la loro presenza ai tanti giovani delle scuole di Ragusa, ai bambini del coro Mariele Ventre ed ai componenti l’orchestra dell’Istituto “Berlinguer”, ed inoltre ai Comandanti dei reparti qui schierati ed ai Sindaci ed al Commissario della Provincia che hanno consentito la partecipazione dei Gonfaloni; grazie, infine, a tutti voi cittadini per la vostra preziosa partecipazione e vicinanza, che ci onora e ci incoraggia ad impegnarci sempre di più.
Viva la Repubblica italiana e le sue Forze Armate!
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