LUCI ALLA RIBALTA A KAMARINA

Nell’edizione 2014 del festival del cinema a kamarina,che anche quest’anno eroicamente resite, figurano corti italiani, inglesi, bulgari, spagnoli, portoghesi, austriaci, francesi. Autentici capolavori del cinema breve. Inoltre, l’attenzione del VideoLab nei confronti del cinema del reale, viene confermata, ancora una volta, dalla sezione dedicata ai Documentari Mediterranei. Le tradizioni, le storie, l’arte. Testimonianze e territori della narrazione collettiva. Un autentico archivio di memorie. La sezione dei Cortometraggi Mediterranei compone, insieme alla sezione dei Documentari Mediterranei, il Concorso Internazionale dei Corti del Cinema d’Arte Mediterraneo di Kamarina. Il VideoLab quest’anno si svolge grazie al sostegno della Città di Vittoria, della Fiera Emaia, della Fondazione Film Commission Ragusa. A condurre il festival, per la seconda volta negli ultimi anni, è la giornalista Giovanna Cascone. Della giuria fanno parte: la presidente, Elizabeth Missland, Manuel Giliberti, regista e presidente onorario del festival; Gaetano Bonetta, direttore del Dipartimento di scienze filosofiche e pedagogiche dell’università di Chiteti-Pescara; Gianni Molè, presidente della Fondazione Film Commission Ragusa; Giuseppe Gambina, esercente cinematografico, direttore del Vittoria Film Peace Film Festival.

Il corto è una realizzazione particolare che affascina forse più dei film,in quanto concentra storie e narrazioni, nello specifico, facenti parte di un immaginario che si costruisce in un tempo delimitato.Non stanca lo spettatore e conduce in un mondo particolere,quello dell’arte e permette di tuffarsi nel sociale, nell’integrazione e perchè no quello della storia,intesa come ricostruzione di  un’epoca attraverso la memoria di singole persone che hanno vissuto epoche passate,che conosciamo solo attraverso documentari ,libri di storia.

Il corto di Chaira Ottaviano dell’archivio degli Iblei ha un significato particolare,quello di ripercorrere il secolo degli ismi attraverso le emozioni, i racconti di donne e uomini,che vissero quell’epoca e ce la fanno rivivere come fanno o hanno fatto i nostri nonni e i nostri genitori o bisnonni,usando anche il dialetto, consentendoci di tuffarci nel passato e nel nostro dialetto. In breve, se da un lato il corto ricostruisce fatti ed eventi,dall’altro ricostruisce i costumi,la mentalità della nostra terra,uno spaccato di vita,che stiamo perdendo, o che le nuove generazioni hanno dimenticato. Ci colpisce anche la ricostruzione della fine della guerra, la seconda e la maniera in cui furono vissuti i tedeschi e gli americani,arrivati come liberatori,ma anche come colonizzatori di una terra che anelava alla libertà. Dai racconti si evince una grande umanità e la maniera individuale in cui fu vissuta quella storia vicina e lontana dai giovani di allora educati perfettamente al culto del fascismo.

Interessanti anche le usanze che vigevano allora,la maniera come ci si fidanzava,ci si conosceva, il modo in cui i giovani si approcciavano alla vita.

Crediamo che questo corto debba essere visionalo nelle scuole.

Qualche anno fa con l’Istituto alberghiero di Modica e i giovani studenti della scuola producemmo un DVD “ALLA SCOPERTA DEL NOSTRO TERRITORIO,ELLIA’ (L’ULIVO):ORIGINE E VITA DI UN TERRITORIO”, a Chiaramonte Gulfi, con un progetto europeo,in cui sperimentammo  questo percorso, che fu presentato al Festival di Marzamemi. Era il 2005.

Per ritornare al corto di Chiara Ottaviano,abbiamo apprezzato il corto, che ha avuto il pregio di immetterci in una dimensione storica e nella memoria di un popolo. Memoria e storia sono due elementi indispensibili per la crescita di una persona.

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